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Verrà inaugurata il prossimo 27 maggio, con una conferenza di lancio al MuMa, la mostra fotografica di Greenpeace Italia “MARE CALDO: immagini da un mare che cambia” che, attraverso un percorso di venti fotografie subacquee e aeree, racconta come i cambiamenti climatici coinvolgano il mare e gli organismi che lo abitano a varie profondità.

La mostra è stata realizzata nell’ambito dell’omonimo progetto “Mare Caldo”, che dal 2019 studia in collaborazione con i partner tecnico-scientifici del DiSTAV dell’Università di Genova ed ElbaTech l’impatto dei cambiamenti climatici lungo le nostre coste e monitora, grazie a una rete che conta ben 13 aree marine protette (AMP), cosa sta succedendo sotto la superficie del mare.
Tra le aree marine protette coinvolte nelle indagini, c’è da poco anche quella di Capo Milazzo dove presto verranno collocati dei sensori per la misurazione della temperatura lungo la colonna d’acqua (da 5 a 40 metri), in diverse zone dell’area marina protetta. I dati che verranno raccolti contribuiranno a restituire un quadro generale sulle temperature marine di tutta la Penisola.

L’AMP Capo Milazzo, ultima delle 31 aree marine protette a essere istituita in Italia (nel 2019) ha da subito investito energie nella salvaguardia e tutela dei fondali custodendo due tra gli habitat più importanti del nostro mare: le praterie di Posidonia oceanica e il Coralligeno.
Entrambi gli habitat, tanto importanti quanto delicati, assicurano un’elevata biodiversità in quest’area, ma subiscono oggi le pressioni dei cambiamenti climatici.

L’AMP ha già attivato una serie di progetti e monitoraggi volti a comprendere come l’ambiente marino stia cambiando e quali possano essere le misure di gestione adattativa da attuare, ad esempio regolando la fruizione o l’uso delle risorse marine. In quest’ottica l’AMP ha sottoscritto la convenzione con Greenpeace Italia per il progetto “Mare Caldo” che, in rete insieme alle altre AMP, si propone da un lato di contribuire alla raccolta di dati utili a comprendere il fenomeno in atto e la risposta degli organismi, dall’altro di scegliere le corrette misure di conservazione per la protezione della biodiversità.