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Una gioiosa saggezza. Scritti in memoria di Emilio Speciale, è un libro che attraverso il ricordo personale di chi l’ha conosciuto e due saggi dello stesso Speciale, condivide la memoria di un intellettuale -allievo di Umberto Eco- oltre i confini della sua Leonforte.

Un’operazione “memoria” che intende onorare lo spessore umano e culturale di un intellettuale rimasto sempre attaccato alla sua terra -Leonforte, in provincia di Enna- pur avendo svolto per gran parte della sua vita attività di studioso della letteratura italiana, in particolare di Leopardi, in giro per il mondo, dall’America dell’università di Chicago fino alla Svizzera, a Zurigo.

Emilio Speciale, che manca dal 2017, è raccontato da alcuni amici della comunità leonfortese che hanno avuto la fortuna di incontrarlo e i ricordi personali, che tracciano la prima parte del libro, ci restituiscono un ritratto  intimo, ma mai sentimentale, dell’uomo.

Allievo promettente di Umberto Eco, con cui si è laureato a Bologna nel 1979, Speciale ha insegnato in prestigiosi atenei stranieri,  specializzandosi nell’approfondimento della poetica leopardiana. Il libro, a cura del professor Lorenzo Vicari, con i contributi di amici di diverse età il cui percorso umano si è intrecciato con il suo,  ci offre un delicato spaccato intergenerazionale della comunità leonfortese -dall’impegno politico giovanile, segnato dal desiderio di dare il proprio contributo nel “cambiare il mondo”, fino a quel disincanto che sempre attende sul limitare della maturità chiunque abbia avuto l’ardore e il candore di gettarsi a capofitto in questa missione-, e anche l’opportunità di conoscere lo spessore dello studioso attraverso una panoramica sui suoi contributi alla comunità e al concetto, oggi da riscoprire nuovamente e con urgenza, di bene comune, nonché di studioso leopardiano di grande acume.

Intellettuale si, ma sui generis, Emilio Speciale, mancandogli -fortunatamente- quell’autoreferenzialità stucchevole che tanto contraddistingue gran parte dei maîtres à penser nostrani. Anche questo segno di un’intelligenza che non si è mai arresa di fronte allo stato delle cose, seppur desolante; né l’aver girato mezzo mondo, venendo a contatto con studiosi del suo stesso calibro, gli ha fatto dimenticare la sua Leonforte,  le sue radici.

La seconda parte del libro offre un’ampia panoramica sulla sua attività, e ci regala due scritti notevoli: Leopardi, ermeneuta dell’Infinito e un lavoro sui premi letterari di paese, che con sagacia e ironia prende di mira una moda in voga nella Sicilia degli anni passati, l’istituzione di premi letterari che finivano,  pur nascendo con l’intenzione di promuoverla anche nei piccoli centri, col mettere l’attività letteraria in secondo piano.

Un’operazione memoria, come scrivevamo all’inizio, che però è anche e soprattutto gratitudine da parte di chi, condividendo  il proprio ricordo – Mauro Crisafulli, Michele La Porta,  Ignazio Vanadia, Mariangela Calì e lo stesso curatore del libro, Lorenzo Vicari–  ci rende testimonianza di una traccia, quella lasciata da Speciale, che merita di resistere all’oblio del tempo.

Livia Di Vona