Condividi:

La Consulta regionale degli Ordini dei consulenti del lavoro della Sicilia, unica categoria tecnica nell’Isola a non essere stata adeguatamente consultata nell’iter di definizione della Cassa integrazione in deroga “Covid-19”, chiede all’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, di semplificare con urgenza la procedura della piattaforma informatica “SiLav”, altrimenti martedì, quando si potrà cominciare a trasmettere le richieste online, i problemi che emergeranno rafforzeranno la convinzione di imprese e lavoratori che la data promessa dal governo nazionale di pagamenti entro il 15 aprile non potrà essere rispettata. Ciò aggraverebbe l’elevata tensione sociale che, come è stato denunciato a livello nazionale nel documento degli Stati generali dei consulenti del lavoro, si è manifestata in assalti a studi dei consulenti del lavoro, anche in Sicilia, già in occasione della cassa integrazione ordinaria e del bonus autonomi rallentati da problemi tecnici.
“In Sicilia – dichiara Rosalia Lo Brutto, presidente della Consulta regionale Consulenti del lavoro – , diversamente da altre Regioni, è positivo che il dipartimento regionale Lavoro e Anpal Servizi abbiano mutuato, migliorandola, la piattaforma della Campania che ha funzionato bene: l’auspicio è che tutto fili liscio anche qui.
Tuttavia, l’assenza di un confronto con noi intermediari specializzati sull’impatto con procedure nuove e l’impossibilità di avviare un periodo di sperimentazione, fanno sì che dalla lettura delle istruzioni operative, consultabili da ieri sul sito, emergano troppi adempimenti burocratici, richiesti da ministero del Lavoro e Inps, ma la cui necessità appare infondata, con l’unico effetto di allungare i tempi. E’ un iter che invece il governo regionale in questa emergenza ha il potere di semplificare per ridurre i tempi di invio e valutazione delle domande, a beneficio di imprese e lavoratori che percepirebbero prima le spettanze, e dell’incolumità dei consulenti del lavoro”.
Per i consulenti del lavoro siciliani, “anzitutto, se si vuole davvero fare presto, si può evitare di chiedere, fra gli altri dati assurdi, il titolo di studio del lavoratore e la data dell’inizio di attività dell’azienda”.
Poi, si suggerisce per opportunità di “adottare il criterio, comune in altre Regioni, della media di dipendenti (che considera il part time non come numero singolo, ma in proporzione all’orario di lavoro) per calcolare se un’azienda superi o meno i 5 dipendenti, nel qual caso è
obbligata a produrre anche l’informativa e la ‘condivisione con i sindacati’. Invece il criterio scelto dalla Regione, cioè considerare il numero di dipendenti alla data della richiesta, moltiplicherà il numero di aziende costrette a produrre informative e accordi sindacali”.
E ancora, “così come all’Inps è sufficiente, all’atto della registrazione per l’attribuzione del Pin, la qualifica professionale e la delega dell’azienda, che permette l’identificazione digitale, per semplificare l’assessore Scavone faccia altrettanto e cancelli la richiesta di apporre la firma digitale anche sulla domanda, su ogni allegato, sull’informativa e persino sull’accordo sindacale.
Adempimento, quest’ultimo, che per essere compiuto ha bisogno di tempi più lunghi per la raccolta di tutte le firme”.
Inoltre, mentre la piattaforma “SiLav” non prevede la possibilità di correzione di errori o di successive integrazioni (la pratica in questo caso viene accantonata), occorre “concedere la possibilità di rettifica e integrazione mantenendo invariato il numero di protocollo”. Va previsto, infine, l’accoglimento delle istanze col metodo del silenzio-assenso, in modo da snellirne l’istruttoria e ridurre i tempi di pagamento delle spettanze.
“Ci auguriamo – conclude Rosalia Lo Brutto – che prima di martedì, ‘battesimo del fuoco’ della piattaforma e giorno della prevista seduta della commissione Lavoro dell’Ars, l’assessore Scavone dia disponibilità ad accogliere le indicazioni e i suggerimenti avanzati da chi opera direttamente sul campo, nell’interesse dei siciliani in questo gravissimo momento. In fondo, si tratta di semplificare al meglio una procedura già buona, per superare le difficoltà che noi professionisti stiamo incontrando, e di dare risposte in tempi più rapidi”.
“E per migliorare l’efficacia dell’attuazione dei futuri interventi straordinari che il governo regionale sicuramente metterà in campo per sostenere la ripartenza dell’economia siciliana – conclude Lo Brutto – i consulenti del lavoro, affiancati da tutte le altre categorie di professionisti abilitati in materia di lavoro, sono disponibili a contribuire fornendo le proprie conoscenze tecniche ed esperienze professionali”.