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“Per qualsiasi imprenditore è un colpo al cuore pensare di distruggere la propria produzione”. Per fronteggiare la crisi del settore, dovuta all’emergenza Covid-19, sono necessarie cifre certe e concrete che portino a capire la disponibilità di fondi previsti dal provvedimento e le coperture che arriveranno, magari in tempi brevi.

Nel caso del florivivaismo bisogna aggiungere il valore simbolico che il settore rappresenta per i territori. La maggior parte delle aziende nascono da esperienze pluridecennali che nel tempo si sono rinnovate ed innovate con la globalizzazione dei mercati di esportazione, creando una catena di montaggio che da lavoro e ricchezza a tante famiglie.

La voce di molti imprenditori e associazioni manifesta pareri discordanti in merito agli stanziamenti dal CdA di ISMEA-Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.

Si parla di cifre e numeri che non convincono neppure i produttori. Le misure previste sono insufficienti e non avranno alcun effetto rilevante nella crisi, non offrendo alcun sollievo tangibile e immediato al settore florovivaistico e nello specifico al bilancio economico- finanziario delle aziende di appartenenza.

La fase 2 inizia con la consapevolezza che bisognerà affrontare gravi problemi finanziari, tra cui la liquidità ed i costi elevati di gestione delle produzioni invendute.

Da parte di tutta la filiera c’ è tanta buona volontà, ma per fare impresa bisogna avere stabilità e coordinamento.

Secondo la Coldiretti si stima “un miliardo (di pezzi) di fiori e piante che sono appassiti e andati distrutti a causa del divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali, dell’obbligo di chiusura di fioristi, garden, cimiteri, mercati, ma anche per il blocco della mobilità delle persone, in conseguenza delle misure di prevenzione sanitaria per contrastare la diffusione del virus Covid-19, adottate in Italia, con diversi decreti, a partire dall’8 di marzo”.

Il settore ha bisogno di misure urgenti per dare liquidità alle aziende, che hanno sostenuto anticipazioni colturali per centinaia di migliaia/milioni di euro per le produzioni che non hanno potuto essere commercializzate a causa dei provvedimenti sanitari citati. Senza liquidità non potranno essere avviati nuovi cicli colturali per la ripresa delle attività commerciali normali che si stima, come detto, visto il decorso dell’emergenza sanitaria e la stagionalità del settore, non avverrà prima di settembre. Senza liquidità è fortemente a rischio la sopravvivenza della quasi totalità delle aziende che dovranno sostenere le anticipazioni colturali anche per la prossima campagna 2021, perché le produzioni 2021, soprattutto per il vivaismo, devono già essere impostate oggi con innesti e trapianti.

Si prevede lo stanziamento di 1000 milioni di euro in un “fondo emergenziale a tutela delle fliere in crisi”.

Da parte dell’Associazione florivivaisti italiani viene resa pubblica la nota di una prossima convocazione al Ministero dell’ agricoltura il prossimo 28 Maggio, alla presenza del Ministro Bellanova.

All’ ordine del giorno: problematiche del settore florivivaistico e indirizzi tecnici ed economici per il rilancio del settore.
Confermata la partecipazione di distretti, mercati floricoli e associazioni per dare voce al grido di tanti imprenditori in attesa di soluzioni adeguate e celeri.

Il tempo è in questi casi l’unica variabile essenziale da cui dipende la ripresa delle attività in crisi.

A cura di Marilena Alesci

#Rubrica L’orto dell conoscenze