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“Dopo tre anni di inchiesta a spese dei contribuenti i nodi stanno venendo al pettine. Una pagina scura e sbiadita per la giustizia italiana e per le procure siciliane: un accanimento politico sul leader della Lega, colpevole di aver fatto rispettare la legge e il diritto internazionale in acque italiane quando era Ministro. Un’amarezza che non scompare facilmente dato che a processo ci va l’unico componente leghista di un governo multicolore ma tutti sanno che questo tipo di decisioni vengono prese collegialmente all’interno del consiglio dei ministri. Ha fatto bene il Pm di Catania a richiedere il non luogo a procedere. Il reato di sequestro di persona non è imputabile a un Ministro che svolge correttamente e coerentemente il suo mandato elettorale nell’interesse della sicurezza dei cittadini. La neve inizia a sciogliersi e si vede finalmente cosa c’è sotto: ovvero nulla. Bisogna anzi tornare a parlare di immigrazione perché siamo alle porte dell’estate e il fenomeno non è mai stato arginato negli ultimi mesi. Con le vaccinazioni da un lato e le ripartenze turistiche dall’altro, non possiamo permetterci indugi. Troppi errori anche sul versante diplomatico, continuiamo a legittimare governi ombra in Libia, incapaci di tenere testa al problema.”

Così Antonio Catalfamo, capogruppo all’Ars per la Lega Sicilia.