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Con un ddl che modifica due leggi regionali dell’ultimo lustro, Giorgio Assenza intende render ancor più sicura, dal punto di vista della sanità, la frequenza dei cittadini nelle palestre “le quali – dice il presidente dei deputati questori in Ars – non tarderanno a riaprire secondo i nostri auspici”.

In particolare, per la tutela dei praticanti ma anche dei gestori e in linea coi protocolli di intesa fra Coni e Fmsi, si specifica che gli istruttori debbano essere in possesso dell’attestazione alla partecipazione al corso per il primo soccorso sportivo (di valore biennale, rinnovabile): il Pssd, per esser in grado di non limitarsi al protocollo da mettere in pratica in caso di fibrillazione degli “atleti” ma – questa è la novità della proposta di legge – che li formi quali figure professionali, oltre che esperte di rianimazione cardio-polmonare, anche competenti al soccorso degli eventi traumatici, ovvero gli accadimenti di gran lunga i più frequenti nelle attività sportive.

Il decreto Lorenzin dell’8 agosto 2014 recita che “i certificati per l’attività sportiva non agonistica sono rilasciati dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o dai medici specialisti in medicina dello sport ovvero da quelli della Federazione medico sportiva italiana del Comitato olimpico nazionale”. Pertanto, si ritiene opportuno modificare la norma regionale, adeguandola alla normativa nazionale e inserendo le uniche tipologie mediche che possano per legge rilasciare a chiunque (e non solo ai propri assistiti) i certificati di idoneità sportiva non agonistica: i medici specialisti in Medicina dello Sport ovvero i medici della Federazione medico sportiva italiana del Coni.

“Oggi, con una semplicissima variazione chiude Assenza – si potrà quindi risolvere un problema rilevante accusato dai gestori delle palestre”. Questi, con la legge attuale, si vedono costretti a interagire con un medico Fmsi per le attestazioni, in quanto il cardiologo non può certificare anche perché si creerebbe un paradosso per cui il medico cardiologo sarebbe responsabile di persone che non conosce poiché mai visitate.

“Ricominciamo, insomma – chiude Assenza – a pensare alla normalità e ai suoi normali problemi e alle risoluzioni degli stessi”.