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“Bisogna salvaguardare ad ogni costo la stabilizzazione del personale Asu in servizio nelle pubbliche amministrazioni contenuta nell’ultima finanziaria votata dall’Assemblea Regionale Siciliana.

Il Governo Regionale deve avviare immediatamente la necessaria interlocuzione con il Presidente del Consiglio e con il Ministero dell’Economia per spiegare la ratio del provvedimento normativo che, è bene evidenziare, ricalca analoghe procedure seguite a livello nazionale. È indispensabile che il Governo Regionale intervenga ai massimi livelli per far comprendere che la stabilizzazione di 4600 ASU siciliani non è un mero fatto tecnico, ma assume una grande rilevanza sociale dopo tanti anni di precariato e di incertezze”.

Con queste parole l’on. Giuseppe Laccoto, uno dei maggiori fautori dell’approvazione della norma sulla stabilizzazione degli Asu, commenta la notizia delle osservazioni presentate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso il dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, su alcuni articoli della legge di stabilità regionale 2021.

“Ho già dichiarato – afferma ancora l’on. Laccoto – che questa stabilizzazione non prevede le condizioni migliori in assoluto per i lavoratori, ma è pur vero che si tratta dell’unica soluzione possibile in questo momento storico così difficile dal punto di vista economico e finanziario. Soprattutto, è la doverosa risposta da dare a 4600 precari siciliani che da 25 anni rendono servizi indispensabili nei Comuni ma, al tempo stesso, senza nessuna garanzia dal punto di vista della tutela previdenziale”.

“Sulla stabilizzazione degli Asu serve chiarezza: per questo, dopo i rilievi del Mef, chiediamo l’immediata convocazione del tavolo tecnico permanente regionale alla presenza dell’assessore Antonio Scavone”. Lo dicono Clara Crocé e Gianluca Cannella del Csa-Cisal. “È necessario inoltre – continuano Crocé e Cannella – concertare le controdeduzioni che il governo regionale dovrà presentare per chiarire ulteriormente le possibilità previste dall’articolo 36 della Finanziaria regionale. Un dovere morale nei confronti dei 4.500 lavoratori Asu e delle loro famiglie che aspettano finalmente un percorso definito e concreto, non si può continuare a giocare sulla loro pelle. Scavone aveva assicurato che sarebbe andato a Roma per difendere la norma, vorremmo sapere se ciò è avvenuto e con quali risultati. Siamo pronti alla mobilitazione generale e a proteste clamorose per arrivare a una soluzione”.