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Si proietta verso il ‘giallo’ la Sicilia, a partire dal 16 maggio per effetto anche della revisione dei due indicatori principali con i quali finora il governo ha assegnato i colori: l’Rt ospedaliero e l’incidenza dei casi di infezione da Covid.

Il nuovo modello sarà esaminato domani nell’incontro tra governo e Regioni dopo le valutazioni fatte dall’Istituto superiore della Sanità (Iss) e dai tecnici delle Regioni.

Il passaggio in zona ad alto rischio avverrebbe se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 30% e al 20% (ora al 40 e al 30).

    Tre le fasce di incidenza: quella a maggior rischio sarebbe fissata a partire da 150 casi su 100mila persone.

    Nell’isola il bollettino quotidiano indica 894 nuovi positivi al Covid, su 27.362 tamponi processati, con una incidenza del 3,3%, in leggero aumento rispetto a ieri. La Regione è seconda per numero di contagi giornalieri dietro la Campania. Le vittime sono state 26 (ieri 6) e portano il totale a 5.592. Il numero degli attuali positivi è di 22.162 con una riduzione di 68 casi.

    I guariti sono 936. Negli ospedali i ricoverati sono 1.092, ventisette in meno rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 133, due in più in 24 ore.

    E mentre esplode la polemica sulle 50 mila dosi di AstraZeneca in scadenza e che la Sicilia ha deciso di inviare in Puglia, col Pd che in Assemblea siciliana ha chiesto chiarimenti al governatore Nello Musumeci, prosegue spedita l’operazione “isole Covid free”: nelle Eolie dopo Salina, Alicudi, Filicudi le vaccinazioni di massa sbarcano a Panarea. L’equipe diretta da Antonio Pallino, vice primario del reparto di chirurgia dell’ospedale di Lipari, per quasi tutta la giornata ha vaccinato circa 200 persone tra isolani, lavoratori stagionali e domiciliati.

    Sul fronte imprese, si registra il grido d’aiuto lanciato dal presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti (al quinto giorno di sciopero della fame), sentito in commissione Attività produttive all’Ars. “Non riusciamo ad essere ottimisti.

Moltissime aziende, oltre 40 mila, rischiano la chiusura in Sicilia. Si stima la perdita di almeno 30 miliardi di fatturato e di circa 30 mila unità lavorative. Se non si interviene immediatamente, sarà una catastrofe senza precedenti”, ha avvertito.