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“Alla luce dell’aumento dei contagi, che è ulteriormente progredito rispetto alla scorsa settimana, abbiamo sottoposto al governo centrale la proposta di dichiarare per due settimane la ‘zona rossa’ in Sicilia”. A sollecitare tale richiesta il governatore Nello Musumeci.

“L’istanza – ha aggiunto – sarà valutata nella cabina di regia convocata per domani a Roma e, ove la nostra richiesta non dovesse essere accolta, prudenzialmente domani stesso procederò con mia ordinanza ad applicare le limitazioni previste per le “zone rosse” in tutte le aree regionali a maggiore incidenza di contagio, come peraltro richiesto da numerosi sindaci”. l presidente della Regione Siciliana ha spiegato che “dobbiamo evitare che rimandare misure inevitabili ci costringa a restare chiusi quando il resto d’Italia riaprirà”. “Confidiamo – ha osservato Musumeci – nei ristori più volte sollecitati assieme ad altri presidenti di Regione al governo centrale e, soprattutto, nel comportamento rispettoso da parte dei cittadini. Una minoranza non deve condizionare la vita sociale ed economica della nostra comunità”.

Il report regionale di oggi registra 1.867 nuovi positivi al Covid su 10.737 tamponi con un tasso di positività sempre molto alto, il 17,3%. Le vittime sono state 36 nelle ultime 24 ore che portano il totale a 2877 deceduti.

I positivi sono 44.865, con un aumento di 188 casi. Negli ospedali i ricoveri sono 1.602, 23 in più rispetto a ieri, dei quali 205 in terapia intensiva, 3 in meno rispetto a ieri. I guariti sono 1.643.

La distribuzione nelle province vede Catania con 581, Palermo 479, Messina 222, Trapani 163, Ragusa 25, Siracusa 188, Caltanissetta 98, Agrigento 84, Enna 27.

Grave la situazione nel palermitano, con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando in una video-dichiarazione pubblicata su Facebook, che sollecita nuove misure: “L’inasprimento delle misure contro il contagio per evitare il diffondersi del contagio, da parte degli organi competenti in base a valutazioni sanitarie, non può che essere la risposta al comportamento incosciente di troppi cittadini e cittadine”.

“È un invito a rispettare rigorosamente quanto prescritto per evitare che ci sia il moltiplicarsi di morti, una vera e propria strage – aggiunge – Certamente il governo nazionale deve pensare anche a ristori adeguati nei confronti delle attività economiche, ma il diritto alla salute e il diritto alla sopravvivenza economica non possono essere, in un Paese civile, essere posti in alternativa ed in contrasto”.