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Il deputato nazionale Alessio Villarosa, fa sapere che in tema di favorire gli investimenti, con la Legge di Bilancio 2019, il Governo Conte aveva deciso di assegnare ai comuni dei contributi per opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio.

Nella giornata del 8 gennaio 2022, sono state definite le modalità di presentazione dell’istanza per l’annualità 2022 che prevede un limite complessivo di contributi per 450 milioni di euro.

“Entro il 15 febbraio gli enti locali dovranno presentare un progetto valido che possa essere ammesso e finanziato. Già l’anno scorso diversi comuni della provincia di Messina sono rientrati nelle graduatorie che hanno visto oltre 3 miliardi e mezzo di euro nel paese, messi a disposizione dal Governo Conte, per progetti e interventi. Su 27 enti finanziati nel 2021 oltre 20 enti hanno presentato progetti che riguardavano interventi per il dissesto idrogeologico. Comuni come Acquedolci, Floresta, San Pier Niceto, Sant’Angelo di Brolo, Novara di Sicilia, Leni, Roccafiorita, Terme Vigliatore, Alcara Li Fusi, Mazzarrà S.Andrea, Pace del Mela, Patti, Pirano, Rometta, San Filippo del Mela e Sant’Agata di Militello, ecc.. hanno tutti usufruito di queste importanti risorse per i propri paesi.
Ritengo sia fondamentale che il nuovo contributo venga richiesto correttamente da tutti gli enti che non sono riusciti a partecipare al bando dell’anno scorso.
Abbiamo inviato, con la collega Papiro, una missiva a tutti gli enti locali affinché possano attivarsi nella presentazione dei progetti che, per ordine di priorità, devono riguardare la messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, la messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti e la messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici, con precedenza per gli edifici scolastici, e di altre strutture di proprietà dell’ente. Si tratta di possibilità importanti per i comuni in quanto potranno ad esempio presentare richieste di finanziamento per il ripristino delle strutture e delle infrastrutture danneggiate a seguito di calamità naturali o per l’aumento del livello di resilienza dal rischio idraulico o di frana ma anche per la manutenzione straordinarie (compresa la demolizione) di strade, ponti o viadotti.” Conclude il deputato.