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Si è svolto nelle scorse settimane il salotto letterario itinerante organizzato dalla Pro Loco di Sinagra, che ha presentato i libri “L’estate che sparavano e Cernia Tossica” di Giorgio D’Amato, presso il ‘Bar – Pasticceria – Gelateria Calamunci’, a cornice dell’evento gli acquerelli realizzato dallo stesso autore.

Gli anni ottanta della seconda guerra di mafia, quando il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa fu mandato a Palermo per capirci qualcosa in quella matassa di gruppi di fuoco e imprenditoria strana, tra giornali che riempivano la cronaca nera di due e tre delitti al giorno, che in prima pagina aveva un contatore che faceva 82, 83, 84, a ogni morto ammazzato, e teneva tutti aggiornati, lo diceva masticato: a tutti ci stanno ammazzando. Erano giorni in cui i tradimenti e le presunzioni facevano sì che la vita fosse appesa a un filo, bastava che un mafioso qualsiasi prendesse le forbici e zaac, una testa cadeva per terra – attorno un campanello di gente a dire mah, pareva una brava persona, mih, ‘u zu michele ammazzaro! E tutti pensavano che meno male che era morto “iddo”, che Dio ce ne scansi “avissiru ammazzato a mmia”. La vita provvisoria, oggi ci sei, domani non si sa. L’estate che sparavano, con due ragazzi sopra il motorino, che scorrazzavano, che se la scialavano tra ammazzatine e bevute di chinotto. Sino a quando la tensione porta alla riflessione. Che forse è sarebbe meglio scappare dalla provincia guasta. Che sarebbe bello farlo. Ma a volte c’è una radice che ti trattiene (‘u raricuni). E quel “raricuni” trattiene gente con voglia di fare magari in modo onesto, e altri, che conoscono solo la via dell’arricchimento nell’ambito del malaffare, che guardano le gazzette ufficiali per studiare come (futtiri i cristiani), che poi spunta una finanziaria voluta da Tremonti, che permise agli Enti Territoriali di avere un pò di liquidità grazie alle banche d’affari, che invece si fecero i bagni. L’estate che sparavano e Cernia Tossica, due romanzi documentali, che analizzano due periodi recenti, che affondano in relazione umane – amicizia e amore-, che pongono domande e cercano risposte. A conclusione dell’evento culturale la presidente della Pro Loco, Enza Mola, ha ringraziato gli autori, gli artisti, gli esercenti, la libreria Mosca, i fotografi e tutti i collaboratori, che hanno permesso all’associazione di organizzare, per il terzo anno consecutivo, la bellissima iniziativa culturale.

Salvatore Bucolo