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Forse non tutti sanno che, per le elezioni politiche della primavera prossima, i cittadini troveranno nella scheda anche il simbolo di un nuovo partito, germinato a Messina.

Stiamo parlando di ciò che era già diventato una nuova realtà politica, il 28 maggio scorso, a Messina, sul palco di Piazza Duomo, davanti a tanta gente curiosa di conoscere il personaggio, intorno al quale erano stati abilmente creati un alone di mistero e tanta curiosità, che, all’improvviso, con un professionale effetto scenico, è comparso.

Sì professionale, perché si era svelato un ex uomo dello spettacolo, giornalista, che ha fatto parte della nota trasmissione televisiva “Le Iene”, ora a Strasburgo e Bruxelles, a seguito dei 117 mila voti alle europee del 2019, presi in Sicilia e Sardegna.

Così, in quel piovoso pomeriggio messinese, proprio l’onorevole Dino Giarrusso ha stretto un patto politico con Cateno De Luca, finalizzato a porre fine alla “Questione Meridionale”, senza inutili, se non dannose, contrapposizioni ideologiche, ma con un necessario dialogo politico, fondato sulla convinzione che: se il Sud cresce, cresce anche il Nord e di conseguenza l’Italia e l’Europa.

La mattina del 27 giugno, a Palazzo dei Normanni, il nome.

Durante la conferenza, infatti, Giarrusso, il deputato regionale Danilo Lo Giudice, De Luca, con la sua tradizionale lanterna, Ismaele La Vardera e, in collegamento video, l’onorevole Vittorio Sgarbi hanno presentato alla stampa, raccolta alla sede del Parlamento Siciliano, il simbolo di “Sud chiama Nord”, e quelli delle prime due liste per la prossima competizione regionale: la lista del presidente “De Luca Sindaco di Siclia” e “Sicilia Vera Rinascimento Sgarbi”. Il manifesto, invece, oltre ai simboli delle due liste, raffigurava tanti punti interrogativi, a significare le numerosissime altre liste che si intendono presentare “fino all’ultimo cittadino siciliano che vorrà candidarsi”, con il coinvolgimento dei Sindaci dell’Isola.

Perché l’idea dei leader del neo partito è quella di utilizzare il “sistema Messina”, che, proprio attraverso numerosissime liste, chiamate da De Luca “liste di testimonianza”, ha consentito al suo candidato, Federico Basile, di vincere le amministrative del 12 giugno scorso, al primo turno, battendo centrodestra e centrosinistra.

Dallo schermo, Sgarbi, attraverso uno stentato collegamento, ha voluto invece evidenziare che “Sud chiama Nord” non è improntato sull’ “antipolitica”, ma su una politica vera, quella “del fare”, che deve restituire alla Sicilia la ricchezza perduta, specificando che: l’obbligo della politica è dare felicità, in modo che ogni cittadino sia felice nel posto in cui vive.

Per quanto riguarda gli accordi elettorali per le regionali, che secondo le previsioni di De Luca si terrano il 6 novembre prossimo, alla specifica domanda di una giornalista, ha risposto che, diversamente dalle amministrative di Messina, non faranno accordi con la Lega, aggiungendo che lì si è trattato solo di una “scelta tecnica”, finalizzata, riuscendovi, a “spaccare il centrodestra”.  Ad un’altra invece ha risposto che si aspetta una “valanga” di voti disgiunti e, prevedendo il 41% dei voti, che il 70% degli attuali parlamentari siciliani, compreso il Presidente, Gianfranco Miccichè, non saranno più rieletti, portando a compimento l’obiettivo secondo il quale, a suo dire, sarà “cacciata la banda Bassotti politica”, con riferimento ai politici ritenuti, da Giarrusso e De Luca, responsabili di aver rubato il futuro dei siciliani.

Mentre, relativamente alle elezioni politiche di primavera, l’ex Sindaco di Messina ha azzardato, dicendosi sicuro, un 4,2% che consentirebbe a Sgarbi di diventare Ministro della Cultura e a Giarrusso Ministro per il Sud.

Naturalmente l’ultima parola spetterà agli elettori siciliani, in autunno, e a quelli di tutta Italia in primavera.

Luigi Politi