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È appena uscita dalle maglie della tipografia l’ultima fatica letteraria di Salvatore Bucolo, poeta, saggista, docente di filosofia, psicologia e scienze umane.

Il già sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, plurilaureato con lode accademica, con la sua opera denominata “Talenti in gabbia”, edito da Musitalia di Messina, con la pregevole prefazione di Lele Mora, mette in luce il disagio carcerario e dedica proprio questo libro ai detenuti delle carceri di Gazzi, ove anche lui è stato ospitato per 17 giorni a causa di un presunto peculato.

Complessa vicenda ancora irrisolta, nonostante siano passati già ben 7 anni dalla notizia di reato e 6 dall’arresto preventivo. L’autore, con le sue righe poetiche, macchia col il suo indelebile inchiostro il profondo dei lettori, che coinvolti per mezzo di vivide immagini di una terra meravigliosa, ricca e pericolosa, che, come Circe, ammalia ma fa soffrire, rende il poeta “prigioniero d’una triste favola / che sa d’eterno…”, come la definisce Lele Mora nella sua ricca prefazione.

Il poeta Salvatore Bucolo, continua il manager dei vip, come su tela di un pittore, mette in luce, pagina dopo pagina, “poesie d’eterno canto”, esaltando la sua magica terra di Sicilia e denunciandone alcune nefandezze e ingiustizie, che anche lui è stato chiamato a vivere: “Caddero le stelle, si oscurò la luna e si spaccò il cielo. La terra smise di tremare, raccolse le celesti lacrime ed emanò il proprio dolore”! Sono queste le righe di apertura dell’opera poetica “Talenti in gabbia”, tratte dalla sua poesia “Otto settembre 2015”, data dove è stata commissionata la sua traduzione in carcere per un presunto reato amministrativo! “Le carceri di Gazzi, sono stati per me spazi siderali del mio essere; alcova degli dèi che respiro ancora, oltre le catene di un IO imprigionato… sognando gabbiani che volano esuli”. Sono questi i versi del professore Salvatore Bucolo, infinito come la Sicilia che è in lui. Per sempre!