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Alle ore 21.00 di oggi, domenica 1 agosto 2021, torna l’appuntamento con il secondo spettacolo curato dal ‘Circolo delle Lucertole’ ed a Villa Aiello di Via Fiume Vigliatore si terrà lo spettacolo “La fine è il principio”, ispirato alla storia di Adamo ed Eva.

La regia di questo lavoro è di Viviana Isgrò, attrice e regista laureata in regia teatrale al Dams di Roma tre. In scena Viviana Isgrò, Marco Abbate, Salvatore La Spada, Andrea Rappazzo. Musiche dal vivo composte e eseguite da Giuseppe De Pasquale, Sara D’Amico, Gianluca Saporita, Antonio Mario Giglio. Coreografie a cura di Gianni Martino “Sicilia Danza Musical of School”. Ballerini: Davide Telleri, Elisabetta Liga.

Come dicevamo, si tratta della seconda serata mentre la prima, quella dello scorso venerdì 30 luglio, ha avuto un ottimo riscontro ed ha sorpreso positivamente l’attento pubblico presente in Villa.

“Questa casa non è un Circo” ha visto la collaborazione fra alcuni membri del Circolo delle Lucertole e Francesco Mirabile, che Loredana Aimi ha incontrato alla chiusura dello spettacolo realizzando un’intervista che altro non è che una chiacchierata dai risvolti interessanti ed originali, poiché ad un certo punto, oltre ad esser coinvolti anche gli altri protagonisti, la stessa intervistatrice si trasformerà in intervistata. Buona lettura.

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Come nasce questo spettacolo con questo tema? (Domanda rivolta a Francesco Mirabile)

Lo spettacolo è nato dalla necessità di ritrovarsi. Ho conosciuto Viviana Isgrò alla fine del periodo più duro legato alla pandemia, lei è una persona che non ha paura di proseguire i suoi sogni nonostante tutti gli ostacoli. Ci siamo chiesti cosa potevamo fare e abbiamo deciso di mescolare le nostre idee, le nostre chiacchiere, perché dentro lo spettacolo vi sono frammenti dei dialoghi che abbiamo fatto insieme, dialoghi da bar.

Parlaci di te…

Sono Francesco Mirabile, cresciuto qui in provincia di Messina, tra Terme Vigliatore e Barcellona Pozzo di Gotto, ma vivo a Torino.

Viviana, appena mi sono complimentata con lei per la trama di questo spettacolo, mi ha risposto che gran parte del lavoro l’avevi fatto tu…

Noi abbiamo creato queste scene partendo dal teatro fisico, dal corpo, non dal testo. Il testo non c’era, ci siamo chiusi in mini creazione, ci siamo messi a giocare e abbiamo cercato di tirare fuori quello che ci piaceva, quello che ci divertiva e portare il gioco all’interno di una scena con una forma di senso logico. Quindi nel contesto, dietro questo spettacolo si può carpire l’ombra di un messaggio descrittivo: come il nostro hinterland tratta gli artisti, quelli che vengono da fuori sono sempre agevolati, perchè loro hanno fatto le scuole. Noi facciamo schifo, certo è un pò pompata questa cosa, ma anche questa grande mamma, questa grande anticultura, che impedisce ai loro figli, i loro stessi figli, di giocare, di fare quello che vogliono. Che alla fine è questo, giocare è portare leggerezza, la chiave della felicità.

Vedevo che facevi delle acrobazie…

Sì sì, io sono diplomato alla scuola del circo Flic di Torino e poi ho frequentato l’Ateliet Fisico di Philippe Radice, faccio l’acrobata da molto tempo. È da ben 21 anni che faccio  spettacoli e ho incentrato molto sulla tecnica, adesso sto cercando di liberarmene e il virus, che ci ha obbligati tutti a fermarci, ha fermato tutti i miei allenamenti. Sto un attimo accettando che il mio corpo non sia prestante come quando siamo rodati. Però mi sono comunque messo in gioco, mi sono concentrato sul divertirmi. C’è il circo, c’è il circo dentro, molti dei metodi di creazione che abbiamo utilizzato per queste scene, sono metodi circensi, di circo contemporaneo, che non sto qui a spiegarti.

Che mi dici del ragazzo che ballava il tip tap?

Si, Ruben La Malfa, diplomato all’Accademia del Musical di Torino e anche a lui il  giorno del suo arrivo ho chiesto: “A te cosa piace fare?” Mi ha risposto tip tap, balla sul tavolo.

Praticamente vi siete conosciuti così, vi siete messi in questa stanza  ognuno giocava come voleva?

Conoscerci no. C’è Viviana che è la donna dello spettacolo ad ogni costo che prende i passanti, ad esempio quel ragazzo che questa sera è stato magistrale, Marco Abbate, non ha nessuna formazione, avrà fatto qualcosa di amatoriale. Però si è messo qui, si è messo a fare la scena del pazzo, che non si capiva che cos’era”.

Io pensavo fosse uno che giocava con le costruzioni, faceva diventare costruzioni un binocolo, qualsiasi altra cosa…

Perfetto. Questo è il miracolo di Viviana, del Circolo delle Lucertole, che prende uno dell’Accademia del Musical, uno del Circo, un passante, li prende, li mette qua e giochiamo. Poi  se c’è qualche critico d’arte che dice qualcosa a noi non interessa.

Il risultato è bellissimo.

Anche sopratutto fare una forma di spettacolo che si prende i suoi rischi, che può non essere accettata, ma che è certamente qualcosa di nuovo. Quel signore lì che è Andrea Rappazzo, ha fatto commedia le poesie di Isidoro Aiello, colui che ha ospitato la rappresentazione di stasera e che ne ripresenterà un’altra il 1 agosto. Il signor Andrea Rappazzo da 20 anni fa commedia dialettale. Sì è prestato alle creazioni circensi e mettendosi alla prova lui si è dovuto relazionare con un linguaggio nuovo, che a mio avviso ha affrontato in modo eccellente ed è stato veramente umile ad ascoltare noi che gli davamo delle dritte. Però è fenomenale Andrea Rappazzo. Vuoi dire qualcosa? (si rivolge a Andrea).

Sono emozionato.

È stato bravissimo non è facile leggere poesie, interpretarle.

Andrea Rappazzo: Diciamo non è facile fare il comico e il dramnatico nello stesso momento. Chi nasce comico può fare il drammatico, io sono nato comico. Chi nasce drammatico difficilmente può fare il comico.

Complimenti ancora per il lavoro che avete fatto, anche per l’argomento, c’è bisogno di leggerezza, sopratutto dopo un periodo come questo. 

Andrea  Rappazzo: È un argomento, che in certe famiglie ancora vale: L’autorità della madre verso i figli.

Era troppo divertente vederla mettersi da una parte mentre i figli andavano dal lato opposto, l’armonia, la fisicità è molto importante. È come un corpo di ballo che ballano sincronizzati.

Ruben La Malfa: Mi sono diplomato nel 2016 alla Gipsy Musical Accademy, per poi specializzarmi due anni nell’insegnamento del tip tap. Non è facile. Poi dal 2018 mi sono concentrato su quella che è la mia prima passione cioè la recitazione, ho fatto anche dei cinema. Adesso faccio l’attore e insegno tip tap. Questo è il mio percorso.

Viviana Isgrò si avvicina a noi e le dico: “Mi dicevano che per questo spettacolo hai preso anche non attori”

Viviana Isgrò: No, recitavano da poco. 

Francesco Mirabile: Il miracolo di Viviana è anche questo, che lei ha preso un attore di prosa di venti anni, un diplomato all’Accademia del Musical e ha fatto tutto questo.

Ops… adesso gli attori mi rivolgono delle domande, ma non dovevo essere io a intervistare?!

Cosa ne pensa?

L’intervistatrice: Mi è piaciuto molto, perchè c’erano dei momenti che stavo ridendo, non riuscivo a trattenermi, ma mi dovevo trattenere perchè c’era la diretta FB. Anche perchè non è bello sentire in diretta una che ride, ho cercato di trattenermi però, veramente è stato bello. Lo spettacolo mi ha trasmesso tanta serenità.

Gli attori: Noi ci siamo divertiti.

A conclusione dello spettacolo Viviana Isgrò ha presentato gli attori, ed ha quindi ringraziato i padroni di casa Isidoro, Enza e la mamma per aver prestato questa villa omaggiando con una orchidea le signore. “E il primo spettacolo dopo tanto tempo,  alcuni attori ci sono già da tempo come Marco Abbate, Giuseppe De Pasquale, Sara D’Amici, Andrea Rappazzo ma questo spettacolo nasce dalla collaborazione con i nuovi, Ruben La Malfa, ma  in particolare con Francesco Mirabile senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile perché ci ha fatto fare cose nuove”. Al server Gianni Martino, chiude Francesco Mirabile che dichiara di esser molto contento d’aver conosciuto questa bellissima realtà che è il Circolo delle Lucertole.