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L’aveva raccontato dietro le quinte de “Le parole volano”: durante uno spettacolo del Trio a Roma c’era stato un vero allarme bomba; solo che il pubblico non ci aveva creduto; aveva pensato che facesse parte dello show e non aveva lasciato la platea. Capita quando gli spettatori si stanno molto divertendo.

Ed è capitato anche ieri, al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto. Tanto che Tullio Solenghi, protagonista del “Decameron”, è rimasto a lungo “bloccato” dagli applausi sul palco e ha chiuso il sipario al grido di “c’è una bomba in teatro”, uno scherzo complice tra lui e la sala, l’ennesimo momento di amicizia che l’attore ha regalato alla comunità del Longano. Regalo, sì, perché come Solenghi ha detto scherzosamente nel pomeriggio, durante la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione allo stage, per il teatro Mandanici, per il sindaco Roberto Materia e per il direttore artistico Sergio Maifredi l’artista ha compiuto un atto che per un genovese è “contro natura”: per questo “Decameron” ha infatti deciso di rinunciare al suo cachet come gesto di personale sostegno alla stagione del Teatro Mandanici, il cui direttore, Sergio Maifredi, è un caro amico. Uno dei tanti “sì” che Solenghi ha offerto a Barcellona Pozzo di Gotto, non meno importante di quello che l’ha condotto anche in visita alla casa circondariale diretta da Nunziante Rosania. Un incontro, pure questo, che l’attore ha gestito con delicatezza e sensibilità, strappando sorrisi e confidenza in un contesto decisamente inusuale. La giornata di Solenghi, fuori e dentro il teatro, on stage e backstage, è stata insomma di quelle da ricordare. Non per caso. L’attore ha voluto ripercorrere il proprio legame con la Sicilia e ha raccontato di essere stato “scoperto” e portato in tv da Pippo Baudo, ma anche di aver avuto l’occasione, da attore alle prime armi, di stare al fianco del grande Turi Ferro. Momenti che hanno segnato la sua vita professionale. Anche per questo, nel congedarsi dai cinque giovani stagisti, Martina Genovese, Veronica Giambò, Dario Lombardo, Graziano Molino e Fabio Pirrotta, Solenghi ha augurato loro che nei prossimi anni possano ricordare l’esperienza al Teatro Mandanici come un passaggio importante nel percorso di realizzazione dei loro sogni artistici.