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Il primato di aver sviluppato il primo software “anti-ransomwere” spetta alla Cyber Intuition, una start up italiana che ha prodotto “Raptor”, un programma capace di neutralizzare uno dei più temibili attacchi informatici, noto come “il virus del riscatto”.

A meno di 48 ore da uno dei più violenti attacchi informatici, che ha messo sotto scacco la sicurezza informatica degli Stati Uniti, “Cyber Intuition”, start up italiana – www.cyberintuition.it -, lancia il primo software anti-ransomware, chiamato “RaPToR” (acronimo di “Ransomware Prevention Toolkit & Rescue), capace di neutralizzare uno dei più temibili attacchi informatici, noto come “il virus del riscatto”, che blocca il sistema operativo crittografando i dati e chiedendone la restituzione dietro il pagamento di una somma in “bit coin”.

Con il dilagare del cyber – crime, la sicurezza nazionale ed internazionale è ormai a rischio. Alla base di ogni attacco infatti c’è sempre una vulnerabilità individuata dagli hacker che permette di entrare nei sistemi informatici per rubare dati e denaro ricattando gli utenti attraverso il criptaggio dei dati personali.

“Cyber Intuition”, la società, formata da un gruppo di talenti specializzati in sicurezza informatica e business intelligence, ha trovato la soluzione, per arginare il fenomeno, ormai dilagante, delle “cyber-estorsioni”.

Dunque, la bandiera tricolore oggi onora una delle scoperte informatiche più significative in termini di legalità, capace di tutelare uno dei più delicati settori della cyber security e della protezione dei dati personali, nelle reti nazionali ed internazionali.

Il software, che è stato già lanciato sul mercato, è capace di neutralizzare una delle minacce informatiche più aggressive, che hanno messo sotto scacco negli Stati Uniti anche il Federal Bureau of Investigation, (FBI), la più famosa e potente agenzia investigativa americana. Il settore di “ricerca e sviluppo”, della start up, con sede a Roma, ha scommesso su un problema ancora irrisolto, ponendo l’attenzione sulla salvaguardia dei dati sensibili, garantendo in tal modo una più efficace lotta alla “cyber-criminalità”. Infatti, secondo i dati pubblicati nel report di “Trend Micro”, il fenomeno ha inferto danni per 209 milioni di dollari a livello internazionale, senza contare che le nuove 79 famiglie di “ransomware” scoperte, rendono questa minaccia tra le più temibili per utenti, consumer e business. L’attacco “ransomware” frutta ai cyber criminali 34 milioni di dollari all’anno.

Quanto alle violazioni di dati, nel primo semestre del 2016 sono cadute vittima delle violazioni di dati sia organizzazioni pubbliche, governative e sanitarie che aziende private come Myspace e Verizon. Gli ultimi dati ufficiali, sottolineano come l’Italia sia stata particolarmente bersagliata dai “ransomware”.

Nei primi sei mesi del 2016, infatti, sono state registrate– nel nostro Paese – ben 3.557.384 infezioni dovute appunto a questo tipo di “malware”. In Italia sono già numerosissimi i casi di furto, di dati e carte di credito, che creano ingenti danni alle piccole e medie imprese, causando perdite immense anche alle organizzazioni di ogni settore.

Dunque, oggi, nel mercato dell’economia digitale, il “RaPToR” si affianca ai tradizionali anti-virus, offrendo una soglia di protezione personalizzata, che punta su sistemi di filtraggio assolutamente complessi. Esso garantisce una vera protezione multi-livello, dalle mail, agli endpoint, dalle reti ai server. “Raptor” è un prodotto “Cyber Intuition”, frutto dell’eccellenza made in Italy, come dire un lembo di “Silicon Valley” californiana sviluppatasi nel cuore del Bel Paese.