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Il gruppo ‘Ora Terme Vigliatore’ attacca l’attuale Amministrazione comunale, chiedendo addirittura le dimissioni de sindaco Bartolo Cipriano, con un lungo comunicato in cui spiega le ragioni di un “inesorabile dissesto finanziario” dell’ente di Piazza Municipio. 

I consiglieri comunali Stella Giunta, Ada Siracusa, Giovanni Zanghì e Chiara Calabrò insieme all’ex canidato sindaco Nino Chiofalo, presidente dell’Associazione Cinquesei, in una nota-appello sottolinea lo status quo del Comune: “Non siamo assolutamente felici per il futuro che si prospetta davanti a noi, saranno tempi duri e difficili, che sicuramente il nostro amato Paese non merita e che sono imputabili a quasi trent’anni di scellerata gestione amministrativa portata avanti dall’attuale Sindaco Bartolo Cipriano nel corso dei suoi vari mandati.
Come opposizione in Consiglio Comunale, da cittadini che amano il paese in cui vivono, restiamo collaborativi con l’amministrazione e con la maggioranza, continuando nella nostra opposizione responsabile che ha caratterizzato i nostri primi otto mesi di attività consiliare ed evitando attività di sciacallaggio politico.
Ma nessuno deve sottrarsi alle proprie responsabilità!
Chi guida il paese dal 1993 non può fuggire dalle responsabilità amministrative e politiche che lo inchiodano davanti alla realtà.
I Cittadini di Terme Vigliatore meritano di conoscere la verità su una situazione che, al di là delle dichiarazioni di facciata da parte dell’attuale amministrazione, non potrà far altro che ridurre drasticamente le possibilità di sviluppo di un Paese che in questi anni ha visto fallire strutture storiche e attività produttive, si pensi al nostro centro termale o alla Ciappazzi.
Troppo facile dire che non si hanno colpe sul fallimento di strutture private, è compito di ogni Amministrazione che si rispetti fornire supporto, ad esempio cercando di migliorare le infrastrutture ed i collegamenti, a chi investe sul territorio per portare ricchezza, creando e favorendo un contesto che attragga risorse e capitali.
Se questo Paese non è in grado, da decenni, di attirare turisti e nuove utenze per le strutture ricettive la colpa è sempre della politica e di chi amministra, di chi ha creduto che una bella spiaggia (abbandonata da sempre a sé stessa e non attrezzata) sarebbe bastata in un Paese che non offre nulla o quasi a chi viene a trovarci.
Se in questo Paese non si è mai pensato alla cura e manutenzione di ciò di cui si disponeva, si veda il lungomare Marchesana o il borgo marinaro presente ad Acquitta, la colpa è sempre della politica e di chi amministra!
Se l’immensa fortuna di avere un pezzo di storia come la nostra Villa Romana, mai valorizzata e, per di più, penalizzata da scelte urbanistiche scellerate che l’hanno relegata ad un ruolo assolutamente marginale, quasi fosse un qualcosa da nascondere e di cui vergognarsi, la colpa è solo della politica e di chi amministra!
Se si autorizza la distruzione totale del nostro territorio, lasciando che una ferrovia tagli in due il Paese, la colpa è della politica e di chi amministra!
Tutto questo accade quando mancano le prospettive, quando non vi è una visione chiara del futuro. Una visione che doveva tradursi in atti da parte di chi era chiamato a governare, su tutti quel Piano Urbanistico più volte sbandierato, che il nostro territorio necessitava per garantire uno sviluppo armonico e rispettoso di quelle che sono le risorse presenti, un piano che avrebbe potuto, se fatto in modo serio e rigoroso, valorizzare le diverse anime che caratterizzano il nostro Paese, favorendo tutti i settori economici ed evitando di dover provare disperate azioni di emergenza, come accaduto molto di recente, oltre ad evitare, tra le altre cose, di vedere terreni agricoli con quotazioni pari a quelle di aree di pertinenza di Piazza Duomo a Milano.
Se ne continua a parlare ora… troppo tardi!
È un momento triste e difficile per il nostro Comune.
In data 22/06/2022 alcuni articoli pubblicati su diverse testate giornalistiche ed il comunicato rilasciato sui canali social dal Sindaco lasciano pochi dubbi sulla strada che ci troveremo a percorrere a breve, di come il dissesto non sia più qualcosa di lontano e remoto, come sostenuto a più riprese negli ultimi anni nel tentativo di minimizzare il pericolo, ma come sia qualcosa di tremendamente vicino e concreto, di un ineluttabile destino che ci attende.
“Senza l’accettazione delle proposte di transazione, diventa tutto difficilissimo… sono debiti legati ad espropri, risarcimenti e contenziosi con vivaisti ed imprese che hanno vinto cause contro il Municipio, ma al momento abbiamo registrato risposte negative, salvo piccole accettazioni di rateizzazione o transazioni.”
(fonte Gazzetta del Sud 22/06/2022)
I debiti passati contano ed hanno un loro peso, tuttavia, non sono l’unica causa di questa situazione in quanto il passivo non ha fatto altro che crescere in questo, a vostro dire, splendente trentennio.
Non possiamo nemmeno accettare, con riferimento al comunicato del Sindaco, che ci si venga a dire che la colpa è di chi non accetta la rateizzazione o la riduzione del credito, o che anche altri comuni si sono trovati in situazioni simili, cercando quasi di far apparire una tale prospettiva come qualcosa di benefico per la cittadinanza, quando in realtà il conto che dovremo pagare sarà salatissimo. Dire che anche altri hanno sbagliato in passato non è assolutamente una giustificazione ammissibile per quanto accaduto e non renderà meno dolorose le conseguenze di tali azioni. Provare ad accampare giustificazioni di questo genere è un’offesa verso l’intelligenza della cittadinanza e non cancella le colpe e le mancanze delle varie amministrazioni targate Cipriano.
Chi “il Sindaco lo sa fare”, il salvatore da chiamare quando la “città brucia”, ha solo aggravato la situazione, senza porre rimedio, non possiamo accettare che passi il messaggio che sia stata solo l’amministrazione uscente o quelle venute a ritroso degli anni ’90 a condurci qui, in 30 anni la situazione economica è solo peggiorata, accumulando ulteriori debiti oltre quelli già esistenti, come un medico che invece di curare il proprio paziente ne aggrava le condizioni portandolo lentamente ed inesorabilmente ad un esito nefasto.
Meritevoli di menzione sono anche i firmatari della sfiducia al Dott. Munafò, lungi da noi voler difendere le criticità rilevate durante la sua amministrazione. Citando un passaggio della mozione di sfiducia ad esso indirizzata, i firmatari sostennero come fosse un obbligo la condivisione tra primo cittadino, forze politiche e cittadini. Sul punto non ci sembrano ravvisabili cambi di indirizzo con l’avvento della nuova amministrazione, continuiamo ad essere davanti ad un modo di fare politica tremendamente chiuso ed autoreferenziale.
Parlate costantemente di continuità, come se fosse un vanto, come se fosse un modello a cui ispirarsi.
Ma continuità con cosa esattamente?
Con gli 11 milioni di euro di debiti?!
Avete scritto della necessità di avere un nuovo Sindaco per il nostro Paese, ci spiegate come può mai intendersi nuova una persona che, ad oggi, si trova al suo quinto mandato?
Pensiamo che anche voi dovreste assumervi le vostre responsabilità, sostenevate come fosse importante trovare linfa nuova nei giovani di questo Paese, a noi sembra che di giovane ci sia solo l’età anagrafica mentre il modus operandi resta sempre quello vecchio che ha portato sull’orlo del baratro questo Comune. Fare della sana autocritica, avere l’umiltà di riconoscere le proprie responsabilità sono cose che non vi appartengono, preferite continuare a vivere in un mondo tutto vostro. A tal proposito riportiamo un passaggio del testo della mozione di sfiducia relativo alla necessità di voltare pagina e rimuovere gli ostacoli presenti in una parte del tessuto sociale che “difende l’esistente e le rendite di posizione”, tale virgolettato sembra perfettamente riferibile a voi, che avete fatto di tutto per far tornare il passato, anche se forse sarebbe più opportuno dire che questo passato non era mai andato via. Ce lo ricordate voi, con i vostri modi di intendere e fare politica, ma, soprattutto, i milioni e milioni di euro di debiti lasciati come regalo verso la comunità da questo, come da voi sostenuto, tanto amato e, soprattutto, competente passato.
Vogliamo difendere la nostra, seppur martoriata e vessata in primis da chi avrebbe dovuto tutelarla, splendida cittadina. Vogliamo che si faccia chiarezza sull’argomento e si riconoscano gli innumerevoli errori commessi, che chi di dovere mostri un briciolo di dignità, onestà, etica, personale prima ancora che politica, e, soprattutto, umiltà assumendosi la responsabilità delle conseguenze delle proprie azioni e del prezzo che saremo costretti a pagare noi tutti.
Le dimissioni immediate, qualora si arrivasse concretamente al dissesto, dovrebbero essere un atto naturale se, come ci si aspetterebbe viste le posizioni ricoperte, si fosse in possesso di senso di responsabilità e rispetto verso i Cittadini di questo Paese.
Tuttavia, la nostra memoria ci porta a pensare che questo non accadrà e si cercherà di addossare le responsabilità ad altri, in un disperato tentativo di salvare la propria immagine agli occhi del Paese nonostante si sappia benissimo di essere colpevoli.
Bartolo Cipriano, la città sta effettivamente bruciando, però è stato Lei stesso ad alimentare l’incendio, gettando benzina sul fuoco mentre divampava, a tal proposito Le suggeriremmo una modifica al suo grande cavallo di battaglia… “il Sindaco non lo sa fare””.