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E’ in corso il consiglio comunale a Palazzo Municipale, con all’ordine del giorno la mozione di sfiducia al sindaco Domenico Munafò, presenti tutti i consiglieri di maggioranza e minoranza, assente la consigliera Stella Giunta.

La seduta si è aperta con un minuto di silenzio, in segno di rispetto nei confronti dei due fratelli vittime di Covid-19 in queste settimane. La presidente Emanuela Ferrara ha letto il documento con le varie motivazioni per il voto di sfiducia: “Condotta politica-amministrativa contraddistinta da assenza di decisioni in totale silenzio, senza dialogo con enti e Regione. Il paese non può più aspettare”, subito dopo ha aperto i lavori dando la parola ai consiglieri in aula.

Apre gli interventi, con la dichiarazione di voto sul punto all’ordine del giorno, Giovanni Zanghi dopo aver letto la sua dichiarazione di voto, non condividendo le scelte dei consiglieri abbandona l’aula: “E tutta Terme Vigliatore vi vedrà votare la sfiducia ad un Sindaco che avete scelto voi!! Non io! Voi! La vecchia guardia! Il passato che tanto menzionate! L’avete scelto voi! Chiudo, colleghi consiglieri, dicendovi che, da parte mia, non c’è più nessuna voglia di discutere o commentare questa sfiducia. E’ un argomento che ritengo talmente indegno da affrontare in questo momento storico, che non ho nessuna intenzione di stare a sentire le vostre motivazioni, che hanno tanto il sapore della scusa o della giustificazione. Ragion per cui abbandono quest’aula, rivolgendo solo un ultimo invito da parte del movimento Cinquesei, alla responsabilità nel momento del voto”.

Il consigliere Daniele Biondo, ex assessore della giunta Munafò nel suo intervento dichiara: “Risultato elettorale ed in aula tradito da diverse scelte. Non è possibile non governare il paese in questo momento storico, sociale ed economico. Progetto politico disatteso, adesso occorre fare un passo indietro da parte di tutti”.

Per il consigliere Domenico Genovese, anche quest’ultimo ex assessore in amministrazione Munafò, tra i firmatari della mozione: “Sempre sostenuto Sindaco, pur essendo consapevole che la sua giunta tecnica non è consapevole del ruolo in quanto nemmeno conosce il territorio, in gran parte di fuori paese. Snaturato il progetto, non è possibile continuare su questo andamento”.

A sostegno del sindaco Munafò, i consiglieri di minoranza Davide Abbate ed Angelo Sottile di Nuova Rinascita: “Comportamento irrispettoso da parte dei consiglieri firmatari, senza vero senso civico in un momento difficile, con due alluvioni alle spalle. Ringrazio l’impegno della giunta assessoriale, noi non ci stiamo a questa mozione”.

Per il gruppo Calderone in aula consiliare, formato da Franco Canduci, Fabio Valenti ed Emanuela Ferrara, prende la parola il consigliere Maria Calabrò: “Mancata collegialità dall’inizio alla fine di questo mandato, speravamo in un passo indietro da parte sua per non arrivare a questa azione. Adesso con grande senso di responsabilità rimettiamo il mandato ai cittadini, rinunciando al nostro ruolo di consigliere comunale”.

A seguire l’intervento del consigliere Domenico Feminò ha elencato i vari punti in cui l’amministrazione comunale non avrebbe raggiunto gli obiettivi prefissati: “Sono stato il primo a indicare una giunta politica di sanità pubblica, quando era giusto farla non all’ultimo. Mi dispiace perchè potevamo essere una grande squadra.”

Per il capogruppo di Volare Alto, Fabio Valenti: “Abbiamo solo evidenziato le nostre ragioni nel documento, niente di personale con il sindaco. Da parte mia mai abbandonato gruppo consiliare originario, ho solo fatto una scelta politica avvicinandomi al deputato regionale Calderone. In assenza di collegialità e dialogo, davanti alla cattiva gestione dei cittadini siamo arrivati a questa scelta.”

Il Sindaco Domenico Munafò replica nel suo intervento ai consiglieri firmatari della mozione, facendo un breve excursus sulle scelte fatte in questi anni: “Sarà consumato ultimo atto di questa pagina politica-amministrativa avviata lo scorso anno, ai miei danni ed anche nei confronti della cittadina.

Comincerei dalla questione politica, dall’inizio ho parlato di continuità amministrativa e ringiovanimento e mai nessuna condivisione ad alcun partito politico: il mio partito sarebbe stato Terme Vigliatore. Concetto di continuità è stato travisato, non voleva dire continuità negli uomini. Non ho consentito la nomina dell’Assessore dello zio del consigliere Feminò, poi altri veti incrociati rispetto a chi voleva essere nominato assessore, nasce da lì la crisi portata fino a questo punto. Subito dopo la prima giunta in cui entrano Biondo e Genovese, all’interno ci è sempre stata un azione di individualismi per motivi diversi. Andando ai punti, su ambiente ed ecologia sulla raccolta differenziata siamo verso l’85 per cento e un ottimo decoro urbano come risaputo. Abbiamo installato pannelli fotovoltaici sui tetti delle scuole, oltre al progetto approvato per il Comune sull’efficientamento energetico del Palazzo municipale. Non è assolutamente vero che questa amministrazione non ha portato a compimento delle azioni per il miglioramento del paese, sono diversi i progetti e le misure messe in campo in una situazione difficile sul piano economico”.

Andando all’aspetto politico, il primo cittadino ha sottolineato: “Qui si dimentica il piano finanziario, siamo in riequilibrio con quasi 9 milioni di debiti, con una mole di residui attivi e milioni di euro di tasse non riscosse da amministrazioni precedenti no da adesso, anche se abbiamo fatto una lotta all’evasione ed elusione. Lo sanno bene anche gli ex assessori Biondo e Genovese che dovrebbero spiegare bene questa scelta ai cittadini.

Oggi c’è in atto un ‘operazione da clan’ che vuole decidere le sorti di questo paese, quanto fatto stasera era stato stabilito nel dicembre dell’anno scorso, quando mi venne ratificata la missiva dei consiglieri del gruppo Calderone, dove mi intimavano di mettermi in riga.

State svendendo la cittadina ha dei padroni, – conclude il sindaco – senza rispetto e libertà ed alle spese dei cittadini. Si sta consumando un colpo di mano non guardando gli interessi di Terme Vigliatore. Sfiduciatemi poi riparleremo punto per punto sulle questioni”.

Duro e forte l’intervento del capogruppo di minoranza Angelo Sottile: “Quali sono gli interessi per mandare a casa Munafò, cosa c’è sotto, mettere il ‘capo originario’. I cittadini sapete che non ci stanno e vi gridano vergogna, perchè vi siete dimenticati di loro in piena emergenza per alluvioni e crisi sanitaria in atto. Faccio un appello alle istituzioni, ci sono azioni che non si giustificano. Noi non vogliamo essere colonia di Barcellona PG. E’ chiaro oggi che il fallimento è oggi di tutti, siete stati tutti incapaci di trovare soluzioni per il paese. Un commissario non sarà la scelta giusta, lo sappiamo tutti.”

Per la consigliera Florinda Duci: “Amministrazione irrilevante e inoperante sulle emergenze, anche la sua presenza non ha dato un segnale immediato. Nulla contro la sua persona, ma la politica è un altra cosa. La mia scelta non è stata imposta, è stata dettata da profonda consapevolezza e senza nessuna logica di potere. Poca chiarezza durante la campagna elettorale e poco dialogo subito dopo, invece volevamo essere partecipi delle scelte. Silenzi assordanti senza nessun motivo. Tante le possibilità ma hai preferito agire in solitaria. Per quanto mi riguarda non ho chiesto niente, mi hai chiesto un ruolo subito dopo ritirato”.

Al termine della dichiarazione di voto, abbandonata l’aula dal sindaco, giunta e i consiglieri di minoranza, passa la mozione di sfiducia con immediata esecutività con otto voti favorevoli dei consiglieri firmatari.