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Si riaccende il dibattito ed anche i riflettori sulla vergognosa ‘riscoperta’ della enorme discarica a cielo aperto sita sul litorale di ponente di Milazzo, ed a seguire per forza di cosa si è posta nuovamente attenzione alle condizioni disastrose che da decenni interessano tutto il corso del torrente Mela.

Dalla segnalazione fatta da Legambiente nazionale, regionale e locale: “Il corso si sviluppa interamente nella provincia di Messina, a partire dal Pizzo Mualio (m. 1146) sino a giungere alla foce presso località Milazzo c.da Torretta Bastione, e Barcellona Pozzo di Gotto c.da Caldà. Già nel lontano 2003 il Comando provinciale dei Carabinieri di Messina, in collaborazione con il comando di Barcellona, pose sotto sequestro una vasta parte del greto del torrente Mela, un’ampia zona che inizia dal territorio di Santa Lucia del Mela sui Peloritani e dopo 15 km arriva nella costa tirrenica a Barcellona in località Calderà, attraversando i comuni di San Filippo del Mela, Milazzo e Merì. A quel tempo, le indagini individuarono diversi siti che venivano abitualmente utilizzati come discariche abusive di rifiuti speciali e nocivi, provenienti da lavorazioni industriali, e su cui si sarebbe dovuto eseguire uno smaltimento imposto dalla normativa di legge; destava grossa preoccupazione in particolare la vastità e gravità del danno ambientale riscontrato in relazione ai rischi potenziali per la salute pubblica, ma anche per la flora marina, dal momento che non venne escluso che una parte dei rifiuti speciali con le piogge fossero giunti sino al mare.

Come più volte denunciato negli anni da codesta scrivente Associazione anche attraverso esposti e comunicati diffusi dai circoli territoriali, tra i quali in particolare si segnala un comunicato del Circolo Legambiente del Tirreno datato 01 dicembre 2006, nonostante i divieti e le chiusure dei varchi operate dalle autorità, il torrente Mela è stato sempre e continua ad essere tutt’oggi una gigantesca, pericolosa e lunghissima discarica abusiva, che sin dal primo momento pose dinanzi all’opinione pubblica e alle Autorità il tema delle ecomafie che operavano illecitamente con il ciclo dei rifiuti, sul quale era chiaro già allora che gravitassero gli interessi criminali; emergeva, altresì, in tutta la sua plasticità l’enorme tema dei potenziali rischi per la salute dei cittadini di quel
territorio e della tutela del patrimonio ambientale dell’intera area, così vastamente interessata dalle discariche abusive disseminate lungo il torrente. Dopo il sequestro furono nominati custodi giudiziari i responsabili degli uffici tecnici dei cinque comuni interessati ed essi, nella qualità di custodi, delegarono formalmente le autorità di polizia municipale e le forze di polizia a presidiare l’area di torrente e a procedere a denunciare per violazione dei sigilli coloro che fossero stati sorpresi all’interno dell’area interdetta e in procinto di scaricare rifiuti. Nel corso degli anni e almeno fino all’esposto datato 18 febbraio 2016, anche il Circolo Legambiente del Longano ha ripetutamente segnalato le condizioni di degrado, inquinamento e rischio sanitario relativo all’area del torrente Mela e della foce del medesimo, ricevendo riscontri da parte di alcune autorità tra cui ARPA Sicilia, che si rendeva disponibile ad effettuare monitoraggi anche sullo stato delle acque, e per altro verso da parte del Comune di Milazzo, che ritenendo meritevole di attenzione l’esposto del nostro circolo territoriale e pur rendendosi disponibile ad affrontare un complessivo ragionamento in ordine alla necessità di provvedere ad operazioni di bonifica delle aree inquinate, richiedeva con nota di risposta all’esposto l’attivazione di altre amministrazioni ed enti al fine di procedere.

Oggi, anche alla luce delle ultime denunce e segnalazioni, appare del tutto evidente che la questione dell’inquinamento sull’area del torrente Mela e del costante scaricamento di rifiuti da parte di criminali organizzati rappresenti una delle più gravi emergenze ambientali e sanitarie siciliane; una vastissima area trasformata in discarica permanente di materiale di ogni genere, rifiuti speciali anche pericolosi che regolarmente vengono dati alle fiamme determinando enormi pericoli per l’ambiente e la salute delle persone; sino alla data di sottoscrizione della presente segnalazione, abbiamo contezza che sono attivi e permangono numerosi roghi di cumuli di rifiuti pericolosi in più punti dell’area indicata, e ciò determina una condizione di grave ed attuale pericolo per la salute della collettività.

Il nodo critico della questione, come più volte segnalato, rimane quello dei varchi i quali, nonostante le prescrizioni impongano la loro chiusura, oramai risultano aperti e di fatto accessibili da più parti e su differenti aree comunai, al momento che, come già detto e come noto, l’estensione del torrente interessa diversi comuni dell’hinterland tirrenico e della valle del Mela. Non appare pertanto sufficiente l’azione di una singola amministrazione locale ma serve invece una sinergia collettiva, con la supervisione e sotto le prescrizioni stringenti della Prefettura di Messina, per chiudere ogni possibile accesso all’area torrentizia e a quelle limitrofe e conseguentemente poter avviare un’efficace azione di bonifica.

Alla luce di tutto quanto sopra esposto e argomentato, si chiede agli spettabili Enti in intestazione di approntare direttamente e/o di ordinare alle Autorità ad essi sottoposti e sottordinati le seguenti misure urgenti: 1) immediata chiusura di tutti i varchi di accesso all’area torrentizia, nonché alle aree immediatamente limitrofe alla stessa, e contestuale urgente apposizione di videocamere a fotocellula con registrazione all’altezza dei suddetti varchi; 2) valutare le condizioni e i presupposti per dichiarare sussistente l’emergenza ambientale e sanitaria su tutta l’area interessata e adottare ogni provvedimento conseguente che si ritenga opportuno per la salvaguardia e il ripristino della salubrità dei luoghi e per la tutela della salute dei cittadini; 3) garantire e sovrintendere l’intervento costante e coordinato di tutti i comuni interessati dall’area del torrente Mela per le azioni di loro esclusiva e concorrente competenza; 4) procedere alla caratterizzazione dei rifiuti presenti sull’area e istruire la procedura finalizzata alla bonifica delle parti di suolo, di falda e di acque interessate, ciascuno per le proprie rispettive competenze e in particolare gli enti comunali per le porzioni di territorio in essi ricadenti e la Regione Sicilia per l’area demaniale interessata;
5) trasmettere ai competenti uffici giudiziari ogni elemento utile a individuare e perseguire la violazione di fatti costituenti reato, in quanto già sussistenti alla data odierna e che dovessero emergere nel corso delle azioni richieste”.