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“Neanche il tempo di festeggiare la vittoria definitiva sull’inceneritore, che una nuova bomba incombe sulla valle del Mela. Si tratta di un “regalo” lasciatoci dal governo Draghi e dalla passata legislatura, che, pur di fare a meno del gas russo, hanno deciso di pompare al massimo le centrali termoelettriche più inquinanti ed obsolete che esistano, ovvero quelle a carbone ed ad olio combustibile”, denunciano dal Comitato dei cittadini contro l’inquinamento nella valle del Mela.

Tra queste vi è la centrale A2A di San Filippo del Mela, le cui emissioni potrebbero aumentare di oltre il 1000%: una prospettiva inaudita che moltiplicherebbe i già insalubri livelli di inquinamento ed i rischi per la salute dei cittadini, facendoci tornare indietro di circa 40 anni.

“La “massimizzazione dell’impiego” delle centrali termoelettriche a carbone e olio combustibile è prevista nell’art. 5bis del D.L. 14/2022 (anche chiamato “Decreto Ucraina”) ed è già vigente dal 19 settembre, senza un termine preciso. Come se non bastasse, lo stesso articolo prevede che tali centrali possano derogare (ovvero superare) i limiti di legge e quelli previsti nelle Autorizzazioni Intergrate Ambientali.

Così facendo, le emissioni della centrale di San Filippo del Mela potrebbero aumentare in maniera spaventosa. Se negli ultimi anni, ad esempio nel 2018, la centrale ha emesso 244 tonnellate l’anno di NOx, 355 t di SO2 e 60 t di polveri, con la massimizzazione potrebbe arrivare ad emettere 2409 t di NOx, 2486 t di SO2 e 226 t di polveri. Anzi di più, perchè queste rappresentano stime calcolate da A2A tenendo conto dei limiti stabiliti nell’A.I.A.. Ma siccome tali limiti potranno essere derogati, alla fine le emissioni potrebbero essere ancora maggiori. Pertanto in definitiva l’incremento delle emissioni potrebbe arrivare al 1000%, se non di più. A condire ulteriormente il danno, la beffa in bolletta: le centrali in questione saranno incentivate ad inquinare al massimo grazie a dei fondi che i cittadini pagheranno nelle bollette già ultrasalate. Insomma, i cittadini non solo verranno strainquinati, ma anche tartassati.

Una vera e propria porcata decisa all’unanimità dal governo Draghi e votata in parlamento da tutti i partiti che lo sostenevano, più Fratelli d’Italia. Inaccettabile soprattutto la complicità e/o il silenzio di quasi tutti i parlamentari locali della passata legislatura (alcuni dei quali riconfermati nella nuova). Su 12 parlamentari della provincia, solo uno (l’On. uscente Alessio Villarosa) ha votato contro il provvedimento. Altri sei deputati (Germanà, Bucalo, Raffa, Papiro, Lo Monte, Timbro) non hanno partecipato alla votazione, mentre i seguenti cinque hanno addirittura votato a favore:

La sen. Barbara Floridia, rieletta nella nuova legislatura e attuale capogruppo del M5S al Senato;
L’On. Matilde Siracusano (Forza Italia), rieletta nella nuova legislatura, anche se non a Messina bensì nel collegio di Catania;
L’ On. uscente Pietro Navarra (PD);
La sen. uscente Grazia D’Angelo (M5S);
L’ On. uscente Francesco D’Uva (ex M5S, poi Impegno civico);
Adesso l’unica soluzione sarebbe una modifica dell’art. 5bis del cosiddetto “decreto Ucraina”. Questo richiederebbe, per i nuovi parlamentari locali riconfermati o neoeletti, un interessamento ed una capacità ben maggiori rispetto a quelli dimostrati nella passata legislatura”.