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“Non possiamo che apprezzare la decisione della Regione di costituirsi parte civile nel primo processo penale della storia contro la Raffineria di Milazzo. Anche se ci chiediamo dov’è stata la Regione quando, alcuni mesi fa, ha disertato le Conferenze dei servizi sul rinnovo dell’autorizzazione della Raffineria, che hanno prodotto un’autorizzazione viziata, potenzialmente lesiva della salute dei cittadini, su cui pende un ricorso d’importanza cruciale al Tar Catania”, a dirlo è il Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela.

“Ad ogni modo l’attuale decisione della Regione è lodevole, – si legge nella nota – perché denota una ben precisa scelta di campo, dalla parte dei cittadini danneggiati dalle emissioni, spesso maleodoranti, per cui è imputata la Raffineria di Milazzo.

Ma se davvero il Governo regionale, come speriamo, vuole migliorare il futuro della valle del Mela, questa decisione da sola non basta. Sono necessari anche precisi atti politico-amministrativi, che devono partire innanzitutto dalla piena applicazione del Piano Paesaggistico dell’ Ambito 9: un Piano che, quando è stato approvato quasi due anni fa, ha acceso le speranze nella valle del Mela, sia per il divieto posto al famigerato mega-inceneritore, sia per la previsione di una graduale riconversione delle industrie più inquinanti (Raffineria e Centrale termoelettrica) in favore di attività a basso impatto ambientale e paesaggistico. Una riconversione capace di coniugare lavoro, sviluppo economico, salute e riqualificazione di un contesto storico e paesaggistico pregiato, con elevate potenzialità economiche.

Una riconversione di cui potrebbero beneficiare anche le medie e piccole imprese già presenti a Giammoro, e che non sono affatto colpite dalle prescrizioni del Piano Paesaggistico: tant’è vero che le uniche aziende della zona a presentare ricorso contro il Piano sono state la Raffineria e A2A.

Eppure la Regione, dopo averlo approvato, sembra essersi dimenticata del Piano Paesaggistico.

Soprattutto sembra non essersene neanche accorta l’IRSAP, l’ente regionale a cui spetta la pianificazione delle aree industriali e che è tenuta a recepirlo entro due anni. A tutt’oggi, quando il tempo sta per scadere, di questo adeguamento non c’è neanche l’ombra.

Eppure si tratta di un obbligo di legge, il cui espletamento è necessario per poter applicare il Piano Paesaggistico, rendendo peraltro definitivo anche il divieto posto nei confronti dell’inceneritore del Mela.

Vogliamo quindi sperare che il Governo regionale non permetta che il Piano Paesaggistico rimanga ancora lettera morta, perché questo vorrebbe dire tradire le speranze accese quasi due anni fa.

A tal riguardo rivolgiamo un appello anche ai deputati regionali locali, affinchè si impegnino a sollecitare il rapido recepimento del Piano Paesaggistico nel Piano regolatore dell’Area industriale di Milazzo”.

Infine anche l’Associazione ambientalista ADASC, già indicata parte offesa all’interno del procedimento penale perché ha presentato esposti-querela. “Quindi non è assolutamente vero – si legge in un post sulla Pagina ufficiale – che il merito è di uno e gli altri si stanno inserendo. Le carte ci sono e parlano chiaro…

La nostra Associazione si costituirà PARTE CIVILE . Noi non abbiamo bisogno di risonanza mediatica, le azioni di demagogia e populismo, solo per manie di protagonismo non ci appartengono.

A noi interessano i fatti concreti per tutelare il nostro territorio e per difendere la salute dei cittadini. Abbiamo deciso di fare questo post perché diversi cittadini ci hanno chiesto informazioni in merito all’udienza che si terrà il 12 ottobre”.