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«Attenzione alta e necessità di fare fronte comune». È la strada che, secondo la Cisl Messina, occorre seguire nella vertenza sulla Raffineria di Milazzo. A dirlo è il segretario generale Antonino Alibrandi al termine dell’incontro che si è tenuto nell’aula consiliare del Comune di Milazzo.

«A rischio – sottolinea Alibrandi – c’è la tenuta sociale ed economica di tutto il territorio». L’approfondimento della Conferenza nazionale dei Servizi, su cui si basa il decreto firmato dal ministro della transizione energetica Cingolani, ha definito uno dei camini di trattamento allo zolfo fuori norma chiedendo un abbattimento delle emissioni irraggiungibili, secondo la Raffineria, anche con investimenti importanti.

«Adesso – afferma quindi il segretario generale della Cisl – è arrivato il momento che su questa vicenda industriale ci sia chiarezza da parte di tutti. abbiamo chiesto alla politica locale di avviare un percorso di condivisione e creare un fronte comune per un patto sociale sul territorio. Secondo noi non è produttivo fare la guerra all’industria esistente ma occorre prendere in carico, con responsabilità, questa situazione e accompagnare le grandi aziende alla scommessa che della transizione energetica legata al Pnrr».

Per la Cisl occorre che anche la Raffineria faccia chiarezza predisponendo una road map su quelli che sono gli investimenti futuri programmati. «In una fase di transizione energetica occorre che Q8 ed Eni dimostrino con i fatti di voler rimanere sul territorio. Non bisogna dimenticare che la Raffineria ha una ricaduta economica ed occupazionale su tutto il territorio della provincia di Messina e non solo per l’hinterland milazzese. C’è tutto un indotto che va garantito e sostenuto».

L’impegno da parte dei sindaci di Milazzo e di San Filippo del Mela è quello di convocare un ulteriore incontro di approfondimento entro 15 giorni chiedendo la partecipazione anche della deputazione nazionale e regionale. «Occorre che, su questo decreto, venga impattato anche il Governo nazionale. Come sindacato siamo preoccupati perché iniziamo a registrare dei problemi in alcune aziende dell’indotto ma non abbasseremo la guardia. Se sarà necessario siamo anche pronti a mobilitarci».