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Nel pomeriggio di ieri a San Filippo del Mela si è tenuto un consiglio comunale aperto per discutere del futuro della RAM, in seguito all’approvazione della nuova AIA e del tutto simile a quello organizzato a Milazzo a dicembre scorso.

Presenti  i consiglieri comunali e il sindaco del comune, Gianni Pino. Sono poi stati invitati il Sindaco di Milazzo, Pippo Midili, la Raffineria di Milazzo, Sicindustria, i sindacati, nonché i deputati regionali e nazionali.

Per le associazioni e comitati ambientalisti della Valle del Mela: “Insomma, nella Valle del Mela l’inquinamento è democraticamente distribuito, mentre il diritto di parola, e di essere rappresentati, evidentemente non lo sono. Di fronte alle malattie e al degrado causati dall’’inquinamento e dall’industrializzazione senza sviluppo siamo tutti uguali, è chiaro. Nel decidere del futuro del polo industriale, la maggiore fonte di veleni del territorio, tuttavia, alcuni sono più uguali degli altri.

Così la pensano i presidenti dei consigli comunali di San Filippo del Mela e Milazzo e i rispettivi sindaci. che si comportano come se l’inquinamento e il territorio fossero ‘cosa loro’. I quattro, infatti, hanno prepotentemente e spudoratamente escluso dai consigli non solo sindaci, giunte e consiglieri dei comuni confinanti, che però subiscono i miasmi delle ciminiere come testimonia la loro inclusione nel SIN, ma anche i portatori di interessi diffusi del territorio, ovvero le associazioni ambientaliste della valle del Mela.

Al diritto di decine di migliaia di cittadine e cittadini di partecipare a una discussione determinante per loro futuro nei prossimi decenni è stata sbattuta la porta in faccia. A loro si chiede il voto ma li si tiene fuori dai tavoli che contano e che peseranno sulle loro vite.

I quattro di cui sopra si accodano comunque a un andazzo generale. Recentemente si è tenuto a Roma un tavolo al ministero della transizione ecologica, sempre per discutere della vertenza RAM, promosso dall’On. Calderone. Anche quest’ultimo purtroppo va bocciato in tronco all’esame di democrazia: eccetto i sindaci di San Filippo del Mela e Milazzo, nessun’altro del territorio è stato invitato, men che meno le associazioni ambientaliste della Valle del Mela.

Con le elezioni regionali a circa un anno di distanza, è comprensibile: le botteghe cominciano a dare segni di fibrillazione. I bottegai dovrebbero però ricordare che gli aventi diritto al voto nella Valle del Mela sono in maggioranza cittadini che l’inquinamento lo subiscono senza avere né la possibilità di incidere sulle decisioni, ma neanche la contropartita di uno stipendio. Miope è quel calcolo che non tenga in conto queste decine di migliaia di persone.

Altrettanto miope, e fratricida, è il ragionamento delle segreterie dei sindacati confederali, che gestiscono la vertenza RAM contro il territorio. Nel dare voce alle minacce di chiusura da parte dell’azienda, e ignorando stizzosamente il territorio stesso, le segreterie non fanno gli interessi dei lavoratori, ma al contrario li danneggiano. In primo luogo, perché avvalorano la bugia per cui nuovi investimenti siano impossibili o ingiustamente pretesi. Sarebbe persino superfluo ricordare che l’unico segno inequivocabile che la RAM voglia mantenere gli impianti aperti sono gli investimenti in innovazione e ambientalizzazione. Ad essi appartengono quelli necessari a rispettare un limite secondo l’azienda irraggiungibile e che la costringerebbe alla chiusura. Introdotto dalla nuova AIA, tale limite è però già in forza alla raffineria Esso di Augusta e impone, al camino 10 del cosiddetto ‘impianto zolfo’, la soglia massima di 20 mg/m3 per i composti organici volatili (COV). In secondo luogo, così facendo le segreterie non costruiscono ponti di solidarietà tra i lavoratori e i loro concittadini, ma li bombardano. Se, cosa del tutto plausibile, l’azienda dovesse chiudere i battenti, i lavoratori si troveranno soli, e sarà colpa della strategia miope dei dirigenti sindacali, che li hanno resi preda delle false promesse dell’azienda e dei suoi vassalli nelle istituzioni. Importante sottolineare, infine, che le organizzazioni sindacali hanno il dovere di difendere la salute dei lavoratori, ma anche dei cittadini, giacché senza salute non c’è lavoro.

Già una volta, qualche anno fa, la valle del Mela si è trovata a fronteggiare una multinazionale della spazzatura, la A2A, e ha vinto. Adesso è il momento di mobilitarsi di nuovo. Bisogna dire alla RAM e ai questuanti di voti che gli impianti possono rimanere aperti, ma devono rispettare la legge, comprese le eventuali prescrizioni sanitare. La legge, si sa, è uguale per tutti. Bisogna poi, compito tanto più difficile quanto necessario, costruire un percorso di democrazia territoriale, in cui le istituzioni locali, -i sindaci in primo luogo, insieme ai portatori d’interessi diffusi -quindi anche le organizzazioni dei lavoratori, decidano insieme sul futuro a medio e breve termine del polo industriale, ovvero del territorio.

Mai più deve accadere che decine di migliaia di persone rimangano senza rappresentanza. Mai più deve accadere che due comuni traccino il destino di otto”.