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Nell’ambito del Progetto 10.1.1A-FSEPON-SI-2019-325 “Diverso da chi?” Modulo “Diversità culturale” (intercultura e diritti umani), destinato alla classe III A della Scuola Secondaria di I Grado G. Verga, docente esperto prof.ssa Laura Lemmo Gallo, docente tutor prof.ssa Angela Mazzeo, il 5 ottobre 2021 gli alunni hanno incontrato la prof.ssa Emira Ben Mustapha, già docente di francese dell’Istituto, e la prof.ssa Domenica Livoti, docente di religione cattolica.

L’obiettivo dell’incontro è stato quello di aiutare i ragazzi a superare i pregiudizi più comuni e a scoprire che la religione musulmana e quella cristiana, apparentemente diverse, in realtà hanno tanti aspetti in comune, che si possono comprendere solo con la conoscenza delle fonti, il Corano e la Bibbia, e con l’incontro diretto con persone che vivono la propria fede nell’esperienza quotidiana.

Le docenti Emira Ben Mustapha e Domenica Livoti hanno messo a confronto le due religioni, rispettivamente quella islamica e quella cristiana, e hanno spiegato il significato di dialogo interreligioso, fatto di rispetto e di impegno comune per una migliore umanità.

Durante l’incontro a scuola, i ragazzi sono stati stimolati a intervenire, fare domande e a prendere appunti.

Riportiamo di seguito l’intervista degli alunni alle due docenti.

D: Perché alcune donne musulmane portano il velo?

R: Le donne musulmane indossano il velo per pregare, ma alcune di esse lo portano tutto il giorno per mostrare rispetto nei confronti di Allah. Molte persone pensano che le donne debbano usare il copricapo perché i capelli sono considerati un elemento di vanità. In passato, anche le donne cristiane lo indossavano durante la messa. Le suore invece usano il velo per dimostrare l’appartenenza ad un ordine religioso. Indossare il velo simboleggia il «sottrarsi allo sguardo» degli uomini, «per essere sempre sotto lo sguardo di Dio e a Lui solo piacere per la purezza e l’intensità dell’amore».

D: Ci sono vari tipi di velo per coprire il volto delle donne: sono la stessa cosa l’hijab e il burqa?

R: Le donne mettono l’hijab soprattutto nella preghiera. Esso racchiude solo i capelli e lascia il volto scoperto. Il burqa, che mantiene visibili solo gli occhi della donna, deriva da un’usanza tribale radicata nelle tradizioni di alcuni Paesi africani e asiatici, tra cui l’Afghanistan.

D: C’è un’età minima a partire dalla quale le bambine devono iniziare a portare l’hijab?

R: Le bambine possono iniziare a portare il velo intorno ai dieci anni, ma possono scegliere di indossarlo anche prima. Nei mercati vendono anche dei veli piccoli per le bambine che vogliono imitare la mamma o la sorella e cominciare ad abituarsi a portarlo.

D: Ai fini legali, sui documenti, le donne possono tenere il volto scoperto?

R: Le donne devono tenere il volto scoperto sulle foto dei documenti, in alcuni Paesi anche negli edifici pubblici, in altri invece sono obbligate a tenere il volto coperto.

D: Le donne vengono sminuite dalla religione musulmana?

R: In alcuni Paesi islamici integralisti alle donne non vengono riconosciuti i loro diritti. Nei Paesi come la Tunisia, invece, negli ultimi anni, il grado di emancipazione è cresciuto a tal punto che di recente, per la prima volta nel mondo arabo, la nuova premier della Repubblica di Tunisia è una donna, Najla Bouden Romdhane.

D: Come sarà il futuro dell’Islam in Italia: si riuscirà a trovare un accordo con lo Stato per la poligamia e la superiorità dell’uomo sulla donna?

R: La poligamia, in Italia, è vietata dalla legge, come la superiorità dell’uomo sulla donna. Ciò non toglie che il flusso migratorio intenso e la permanenza di un numero considerevole di musulmani in Italia potrebbe portare a ridiscutere alcune leggi.

D: Per l’Islam c’è un luogo dove le anime cattive, dopo la morte, andranno a scontare la loro pena?

R: Sì, l’inferno.

D: I musulmani credono nel Purgatorio?

R: Il Purgatorio (in arabo Sirat), nella religione musulmana può essere considerato un ponte che tutte le anime devono attraversare per espiare i propri peccati prima di entrare in Paradiso. I cristiani parlano di Purgatorio come purificazione.  Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda preghiere, opere di carità e indulgenze a favore dei defunti.

D: Allah e Dio sono la stessa entità?

R: L’islam e il cristianesimo, con l’ebraismo, sono religioni monoteiste che proclamano l’esistenza di un solo Dio. Allah è uno. Difatti, il primo versetto del Corano recita “Dio non ha padre, non ha madre, non ha mai partorito”. Per i musulmani Gesù è un profeta. Il Dio cristiano è uno ma è anche Trinità. Gesù è colui che permette di penetrare nel mistero stesso di Dio, rivelandolo come Padre, Figlio e Spirito Santo. La parola “Trinità” esprime il mistero fondamentale del cristianesimo, che in Dio riconosce tre Persone della stessa natura tra loro distinte ma profondamente unite dall’amore.

D: Nel Corano si parla della Madonna?

R: Sì, si chiama Mariam.

D: Che cosa è richiesto a un buon cristiano e a un buon musulmano?

R: E’ nella Chiesa che il cristiano realizza la propria vocazione. L’agire cristiano trova il proprio nutrimento nella Liturgia e nella celebrazione dei Sacramenti. I cinque precetti della Chiesa riguardano la vita morale che si aggancia alla vita liturgica e di essa si nutre:

«Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate»

«Confessare i propri peccati almeno una volta all’anno.»

«Ricevere umilmente il sacramento dell’eucaristia almeno a Pasqua.»

«Santificare le feste comandate.». Questo precetto completa l’osservanza della domenica con la partecipazione alle principali feste Liturgiche, in onore dei misteri del Signore, della Vergine e dei Santi.

«Osservare il digiuno prescritto e parimenti l’astinenza.»

La fede islamica si fonda su 5 pilastri e in essi possiamo riscontrare degli elementi presenti anche nella religione cristiana.

La professione di fede. Per i musulmani la formula è “Non c’è altro Dio che Allah e Maometto è il suo inviato”.

Anche i cristiani hanno la professione di fede: il Credo.

La preghiera. I musulmani pregano 5 volte al giorno, rivolti verso La Mecca. Gli uomini possono pregare anche insieme alle donne. Non va dimenticato, però, che la preghiera è il momento sacro della giornata e va svolta con concentrazione, per rispetto nei confronti di Allah.

I cristiani hanno la Liturgia delle Ore, che può essere pregata anche a casa.

L’elemosina. Sia per l’Islam che per il Cristianesimo, i fedeli hanno l’obbligo di sovvenire alle necessità materiali dei bisognosi, ciascuno in base alle proprie possibilità.

Il digiuno nel mese di Ramadan. Il Ramadan, detto anche il Digiuno, secondo il calendario musulmano è il nono mese dell’anno nel quale i fedeli praticano il digiuno, durante le ore di luce. Nel mese del Ramadan, al tramonto, per tradizione, si mangiano uno o tre datteri con un bicchiere di latte per riattivare lo stomaco. Poi si mangia tutto ciò che si vuole e che si desidera. Infatti durante il digiuno, che dura dall’alba la tramonto, non si può mangiare né bere. Le abitudini alimentari come l’esclusione di alcolici e la carne di maiale si rispettano anche in Italia. I bambini, come gli anziani, i malati e le donne incinte possono astenersi dal digiuno, ma dai dieci anni in su possono iniziare ad osservare il Ramadan. Alla fine del Ramadan fanno una grande festa durante la quale si cucinano alcuni dolci particolari e si comprano vestiti nuovi per i bambini.

I cristiani praticano l’astinenza dalle carni nei venerdì di Quaresima e il digiuno e l’astinenza dalle carni il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo.

Il pellegrinaggio a La Mecca. I musulmani, che si trovano nelle condizioni di poterlo fare, almeno una volta nella vita dovrebbero fare il pellegrinaggio a La Mecca, la città santa, dove si gira intorno alla Ka’ba, per sette volte, in senso antiorario osservandola attentamente. Quest’ultima è una costruzione che si trova al centro della città, ed è il luogo più sacro dell’Islam. Secondo la tradizione, la Ka’ba contiene la pietra nera.

Anche nella religione cristiana il pellegrinaggio ha una tradizione antica: si va alle tombe dei martiri, alla terra di Gesù, ai grandi Santuari dedicati a Maria, la madre di Gesù. I pellegrinaggi sono anche legati alla venerazione di un Santo o a un avvenimento religioso particolare.

D: Alcuni musulmani integralisti usano la loro religione per scopi politici, è giusto che la religione si occupi di politica?

R: Riguardo alla politica è tutto precisato nel Corano: la vita politica è strettamente collegata alla vita religiosa ed economica. Un buon politico deve prima essere un buon musulmano e seguire i dettami del Corano. Tuttavia in alcuni Paesi, gli integralisti usano la religione per scopi personali.

D: I giovani emigrati, educati in Italia, accettano certe condizioni: le ragazze portano il velo, a scuola pregano anche durante le attività scolastiche o sportive, accettano un matrimonio spesso organizzato?

R: A scuola, come nel lavoro, le persone di religione islamica non possono allontanarsi per pregare, però alla fine delle lezioni o dell’orario di lavoro, recuperano tutte le preghiere che non hanno fatto. Il matrimonio organizzato non è previsto dalla religione islamica ma viene praticato in alcuni Paesi come il Pakistan e l’Afghanistan. Il  matrimonio organizzato, in Italia, non viene praticato.

D: Potrà migliorare l’integrazione dei musulmani in Italia?

R: In Italia, lo Stato si è impegnato anche nella costruzione di luoghi di culto come le moschee, tuttavia in alcuni luoghi i musulmani sono ben integrati, in altri la comunità musulmana è ripiegata su se stessa per paura di perdere quel senso di appartenenza verso le proprie origini.

Cari ragazzi è stato un piacere incontrarvi e dialogare con voi. Speriamo che questa esperienza possa contribuire non m. solo ad arricchire il vostro bagaglio culturale, ma soprattutto a capire che ognuno di noi può trarre dalla diversità un arricchimento per se stessi e per la società.

prof.ssa Emira Ben Mustapha

prof.ssa Domenica Livoti