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Si è chiuso in bellezza il Maggio dei Libri 2024 presso la Biblioteca Comunale “Nannino Di Giovanni” di Via Regina Margherita a Barcellona Pozzo di Gotto con la presentazione del libro “La vera storia di Vitti ‘na crozza. Autori, misteri, morte, miniere” edito da Giambra Editori. Mattatrice dell’evento una grandissima Sara Favarò, scrittrice, giornalista, artista, Cavaliere della Repubblica, una di quelle donne siciliane che rendono onore alla nostra terra.

E la Biblioteca era piena di gente, amici ed estimatori dell’autrice, che hanno vissuto due ore di grandissimo spessore culturale scoprendo il certosino lavoro della scrittrice che, per il suo amore viscerale nei confronti della Sicilia, oltre che per la sua serietà professionale nel ristabilire la verità, ha, tramite anni di ricerca, analizzato le origini e il vero significato della canzone più famosa della tradizione siciliana, restituendone la veridicità delle sue origini e del suo significato.

La presentazione ha preso avvio con l’esibizione di due componenti del gruppo “Patriots” la nota Tribute Band di Franco Battiato che tanto successo sta riscuotendo negli ultimi tempi: il cantante e leader Sonny Foschino, accompagnato dal violino di Valerio La Torre, ha eseguito una toccante versione del brano “Vitti ‘na Crozza”, la 34esima versione della nota canzone (abbiamo infatti scoperto che ne sono state realizzate ben 33) che ha fatto spellare le mani ai presenti.

Quindi i due interventi istituzionali, prima ha preso la parola la Curatrice della Biblioteca Dott.ssa Santina Salmeri, la quale, dopo aver presentato l’autrice, ha informato riguardo la canzone protagonista del testo “un canto di morte ambientato fra i poveri minatori. E stasera vogliamo, tramite questa presentazione, dare dignità letteraria al canto e alla lingua siciliana”. A seguire ecco l’intervento altrettanto incisivo dell’Assessore alla Cultura Avv. Angelita Pino, che, dopo avere ringraziato la stessa Santina Salmeri e tutti i relatori presenti “illustri personalità”, si è soffermata proprio su Sara Favarò, ricordando che il Presidente della Repubblica in persona le ha consegnato l’onoreficenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana per le sue attività di elevatissimo spessore “come del resto è questo libro che oggi presentiamo, edito da Giambra Editori.” L’Editore Pierangelo Giambra, presente in Biblioteca, merita un plauso speciale per avere pubblicato questo bellissimo testo, e per curare in modo particolare libri che hanno al centro la terra di Sicilia e la sua storia.

A questo punto si sono avvicendati i cinque relatori, moderati brillantemente dalla Prof.ssa Michela Di Dio, che ha curato nei minimi dettagli l’organizzazione di questo evento portando a Barcellona delle vere eccellenze nei rispettivi settori ed a lei va il grande merito di portare bellezza, cultura, verità e giustizia nella nostra città, in questo ma anche in precedenti eventi. Prima dell’inizio delle relazioni si è tenuto un secondo momento nel quale ha dato il proprio contributo il bravissimo e pluripremiato attore barcellonese Cosimo Santangelo, il quale, accompagnato dal violinista Valerio La Torre, ha recitato una bellissima poesia di Victor Hugo dedicata al tema del lavoro minorile. Anche per lui applausi meritatissimi.

Prima relazione quella del Prof. On. Maurizio Ballistreri, docente dell’Università degli Studi di Messina, il quale si è soffermato sul contesto storico nel quale è ambientato il testo della Favarò: “Siamo alla metà del 1800 ma…la storia si ripete, oggi stiamo vivendo il cosiddetto capitalismo globalizzato e basti pensare alla Cina dei giorni nostri, nella quale si lavora 15 ore al giorno, vi sono fabbriche lager e salari miseri.” Il noto e apprezzato docente ha poi fatto riferimento all’autonomia differenziata che è un danno enorme per il Sud del Paese e infine ha evidenziato come il canto “Vitti ‘na Crozza” ci testimonia la visione oscurantista di quel periodo storico, una tragedia civile e sociale.

Secondo intervento quello del Sen. Carmine Mancuso, figlio di Lenin Mancuso, trucidato dalla mafia, che ha esordito facendo i complimenti all’autrice Sara Favarò, una vera e propria dichiarazione d’amore artistico e culturale. Ha poi così proseguito: “Si tratta di un libro che ammalia e il Prof. Ballistreri mi ha stimolato nel momento in cui ha parlato di Fasci Siciliani e di quel voltagabbana di Crispi”. Ha poi consigliato la visione del film di Aurelio Grimaldi che tratta la tematica delle zolfatare e ha quindi parlato del ruolo in questo contesto storico della Chiesa. La stessa autrice, onnipresente, ha ricordato l’Enciclica “Rerum Novarum” di papa Leone XIII° nella quale era contenuta la scomunica per i comunisti e per chi parteggiava per loro ma erano anche vietati i funerali per determinate categorie di persone.

Terzo relatore a prendere la parola è stato il giornalista Peppino Lo Bianco, introdotto da Michela Di Dio: “Quando si parla del tema della giustizia non possiamo non pensare alle tante inchieste di questo grande giornalista che è Peppino Lo Bianco e sua è la prefazione al testo di Sara Favarò, nella quale è presente probabilmente la definizione più calzante di questo testo: un risarcimento!”. Lo Bianco ha lodato e ringraziato Sonny Foschino per la sua interpretazione di “Vitti ‘na Crozza”, che ha restituito alla canzone la vera anima, pregna di dolore e morte. È seguito un altro contributo artistico con l’esecuzione al clarinetto della colonna sonora di Nuovo Cinema Paradiso da parte del delicato musicista Vincent Dominique Trifirò.

Quarto e penultimo intervento quello del Dott. Antonio Molinaro, Primo Dirigente della Polizia di Stato 4° Reparto Volo, introdotto anche lui da Michela Di Dio, che gli ha chiesto quale fosse la sua personale visione da non siciliano della tematica oggetto del testo e quale il suo punto di vista riguardo l’emigrazione oggi. “Il libro offre moltissimi spunti, un tempo si partiva oggi riceviamo i barconi, i concetti di giustizia ed emigrazione sono strettamente correlati” ha affermato Molinaro, così continuando: “È un discorso sociale, oggi dobbiamo abituarci alla multietnicità, facendo però attenzione alla criminalità sempre in agguato, l’approccio sociale deve migliorare”.

Ultimo relatore a parlare Sonny Foschino che ha così esordito: “La definizione più autentica del testo della Favarò è quella data da Lo Bianco ovvero “risarcimento”. Purtroppo il filo logico viene “mascariato”. Il cantante dei Patriots ha poi fatto notare come la canzone avrebbe dovuto essere in tonalità bassa ed invece è avvenuto l’esatto opposto. Altro riferimento quello a Franchetti e Sonnino che nel 1876 rimasero letteralmente sconvolti dalla situazione nelle miniere, e solo dieci anni dopo arrivarono le prime leggi dello Stato al riguardo. Ha così chiuso: “Noi artisti abbiamo il compito di evitare questa operazione di mascariamento, c’è tanto bisogno di una buona cultura, di un esercito di professori!”.

A questo punto un secondo momento dedicato al clarinettista Vincent Dominique Trifirò che ha suonato l’Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e quindi il gran finale con l’autrice del libro Sara Favarò, la quale ha ringraziato gli amici presenti in Biblioteca, su tutti quel Melo Freni al quale è legata da bellissimi ricordi, ma anche l’artista Giuseppe Messina che la invitò alle sue Giornate per la Divulgazione della Cultura insieme alla poetessa Maria Morganti Privitera. Hanno partecipato alla presentazione anche la Prof.ssa Angela Manca, mamma dell’indimenticabile Attilio, l’urologo vittima di mafia, lungamente applaudita dai presenti e la Dott.ssa Giuseppina Leggio. “Stasera abbiamo detto la verità come ho fatto nel mio libro. Tutto ciò anche se si tratta di una dura verità. Cultura è donare e donarsi. Chi dona arricchisce il proprio cuore, grazie, mi avete fatto davvero felice!”.

L’evento si è chiuso come si era aperto, con l’esecuzione di “Vitti ‘na Crozza” da parte di Sonny Foschino, di Valerio La Torre e della stessa Sara Favarò, una versione di grande impatto emotivo alla fine della quale i presenti hanno applaudito e tributato ai tre una standing ovation meritatissima. Una serata indimenticabile.