È attualmente in corso, e sarà possibile visitarla per tutta la giornata di oggi domenica 31 e da lunedì 1 aprile tutte le sere dalle 17.00 alle 20.00 fino a giovedì prossimo 4 aprile 2019, la Mostra “Colloqui di Stile” allestita nella Galleria Civica “Seme d’Arancia”, nella zona della ex stazione, a Barcellona Pozzo di Gotto.
Ci siamo recati a visitarla ad una settimana esatta dall’inaugurazione del 23 marzo nella quale erano intervenuti l’Assessore alla Cultura Angelita Pino per i saluti istituzionali e per il taglio del nastro e Giovanni Pantano che aveva relazionato sui dipinti e sugli artisti presenti. Già al piano terra ecco i lavori degli associati dell’Associazione Culturale “Ars Vivendi” presieduta da Vito Natoli, una esposizione eterogenea e dalla quale traspaiono le caratteristiche di ciascun pittore/scultore – espongono Vincenzo Occello, Carmen Curcuruto, Ninì Ingegnere, Franco Pino, Orazio Crinò, Nella Parisi, Eloisa Benenati, Francesco Grillo, Edoardo Valenti, Pippo Giorgianni, Giuseppina Leggio, Maria Zaccone, Francesco Conti, Provy Munafò, Paola Pietrafitta e Simona Scaffidi – mentre al piano superiore vi sono invece le tre personali che vedono protagonisti Marilena Carbone, Maria Torre e Vito Natoli. Nella sala centrale e più grande le opere di Marilena Carbone nelle quali è la donna protagonista in un contrasto fra Eros e Thanatos, colore e calore, sensualità ma anche sofferenza e l’uomo è presente solo in due quadri, in uno in maniera remissiva, nell’altro in modo aggressivo. Nella sala di destra ecco i lavori eclettici di Maria Torre dalle forme espressive più varie e dal valore fortemente simbolico, molto interessante un angolo dedicato ai “materiali da scarto”. Infine, dulcis in fundo, la sala di sinistra di Vito Natoli, Presidente dell’Ars Vivendi che intanto va lodato poiché in un mondo nel quale si vuol solo “apparire” ha ceduto la sala centrale alla Carbone, “facendosi di lato”: i suoi dipinti sono immediatamente identificabili e per questo certamente originali, come ha dichiarato il Pantano “frammenti di figure trasfigurate attraverso i colori, il cui filo conduttore sono gli occhi, che ci danno una guida nelle situazioni del vissuto, indicandoci la via da seguire, mentre nella figura allungata dei colori si trasmette uno slancio mistico verso l’Infinito. In tutti i suoi dipinti l’artista esprime il proprio mondo interiore fatto di slanci ma anche di ripiegamenti solitari, cercando di dipanarsi nella difficile arte del vivere”.
Abbiamo incontrato il Prof. Natoli che ci ha dato le proprie impressioni e riflessioni riguardo questo evento da lui e da tutti i soci organizzato e fortemente voluto: “Intanto ci tengo a precisare che, dopo la Collettiva Ars Vivendi al Villino Liberty di alcune settimane addietro, fatta in due tranches in quanto i soci siamo tanti, qui alla Galleria erano in programma ben quattro” Personali”, la mia, quelle di Maria Torre, Marilena Carbone e Francesco Conti, uno per sala visto che le sale sono quattro; purtroppo il Conti ha avuto problemi di salute per cui abbiamo deciso di fare una collettiva al piano terra.” Chiediamo poi a Vito Natoli se vi è un motivo particolare per il fatto che si è data la sala più grande e certamente più importante di tutto l’evento “Colloqui di Stile” a Marilena Carbone: “Certamente si, innanzitutto perché la Carbone ha i quadri più grandi, poi perché affronta il tema della donna che trovo molto attuale, ho scritto anche qualche poesia ed in un dipinto vedo il volto di mia madre. Una tematica importante quella della donna ferita, offesa, maltrattata ma anche donna fiera, che si riscatta, con il fazzoletto rosso. Importante anche il trittico ‘Il diavolo che c’è in me’ che sta incuriosendo e affascinando molti visitatori. L’altra personale è quella di Maria Torre, che espone lavori che trasmettono un messaggio e parecchi sono anche legati al territorio e vi è una critica velata alla decadenza dei nostri tempi; molto bella anche la parte fatta con i materiali di riciclo.”
Infine Natoli parla dei propri lavori: I miei quadri oggi sono un filo continuo che diventa a volte religioso, a volte aggrovigliato, a volte è una speranza interiore, è un cuore che parla e un occhio che mi segue. È come se scrivessi poesie col pennello, non è importante per me essere accademico. Per anni ho attorcigliato un fil di ferro che mi rappresentava, poi l’ho riportato sulla tela ed oggi mi ritrovo questo filo che mi parla”. Vito Natoli mi ringrazia per questa piacevole ed illuminante chiacchierata che ci ha fatto comprendere un po’ di più di un evento che nasce dalla passione per l’arte di un gruppo di amici che la presentano alla città. Chiudiamo ricordando ancora che rimangono alcuni giorni per visitare questa mostra.