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La svolta sulle indagini su Anna Santa Catanesi, 76 anni della città del Longano, intesa la “mantide” della Piana di Milazzo, potrebbe avere avuto dei complici nella sparizione dallo scorso 29 novembre del marito Antonio Russo, per questo il numero degli indagati potrebbe crescere e allo stato non indentificati.

La donna, difesa dall’avv. Tommaso Calderone, accusata di omicidio del marito e soppressione di cadavere, aggravata del rapporto di coniugio, avrebbe compiuto passi falsi monitorati dai Carabinieri di Barcellona. Sarebbero emersi indizi tali da spingere la Procura a procedere all’esame di una Modus e una Panda, per rilevare tracce biologiche utili alle indagini.

Non si esclude che la donna sia stata aiutata da qualcuno per far sparire il corpo dell’uomo che forse voleva mettere fine alla frenesia della moglie e di sua figlia Pina Azzena, che risulta non indagata, di ottenere soldi a tutti costi con la vendita di una prima casa acquistata a Barcellona e subito dopo della villa di Marchesana, intestata alla figlia, per la quale sono stati sborsati i risparmi del Russo, come acconto per la sottoscrizione del compromesso stilato con il venditore che poi si tirò indietro.

Dopo la scomparsa, la paura nelle due donne senza soldi per saldare il compromesso che scade a giugno, portò la donna a rifrequentare un anziano a Mazzarrà, raggiunto pure il pomeriggio della sparizione per farsi consegnare del denaro, un particolare mai confessato agli inquirenti.
Accuse gravi per l’indagata che fanno riemergere un passato segnato da tragici fatti, conditi da arresti per presunti omicidi in qualità di badante di anziani. Fatti questi di cui la Catanesi e la figlia parlarono liberamente a “Chi l’ha visto” durante le trasmissione dedicata alla ricerca dello scomparso.