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Sono trascorsi ben 17 anni da quel tragico 11 febbraio 2004, quando il giovane urologo barcellonese Attilio Manca fu trovato morto nel proprio appartamento di Viterbo. Nel corso di tutti questi anni per la legge si è trattato nell’immediatezza dei fatti di suicidio poi di overdose dovuta ad un mix di droghe a farmaci, responsabile Monica Mileti, colei che gli avrebbe fornito lo stupefacente. 

Stupefacente come i vari inquirenti mai abbiano creduto alle tesi della famiglia di Attilio, ovvero che il medico sia stato ‘suicidato’: in pratica un vero e proprio omicidio opera di un accordo fra mafiosi e uomini dei servizi per mettere a tacere per sempre chi aveva curato ed operato nientemeno che il boss dei boss Bernardo Provenzano.

Oggi, dopo 17 anni, qualcosa si muove… e la speranza è che sia una valanga che porti giù anni di ingiustizie patite da mamma Angela, da papà Gino e dal fratello Gianluca: Monica Mileti non c’entra nulla con la morte di Attilio Manca, la sentenza della III sezione penale della Corte di Appello di Roma, presieduta da Gianfranco Garofalo, è chiarissima: assolta!

Totalmente capovolte le tesi della Procura di Viterbo ovvero il verdetto di primo grado con la condanna della Mileti a 5 anni e 4 mesi per aver ceduto le dosi ad Attilio Manca. Ed invece oggi ci si chiede come siano andati realmente i fatti. Ha avuto coraggio l’avv. Cesare Placanica, legale della Mileti, che ha dichiarato: “La mia assistita era rimasta schiacciata in una storia in cui non c’entrava niente”.

Un ruolo importante nella vicenda ha rivestito il giornalista Paolo Borrometi, l’unico a cui è venuto in mente di intervistare l’avv. Placanica, che in modo spontaneo ha portato alla scoperta di come fossero realmente andati i fatti. Vedremo adesso cosa succederà alla Procura di Roma ma, ironia della sorte, qualcosa è già successo: il Dott. Prestipino è attualmente out, travolto dal ‘ciclone Palamara’, cosa accadrà nei prossimi giorni?

Tornano d’attualità i quesiti che esistono ormai da anni, primo fra tutti il perché la famiglia di Attilio non sia stata ammessa in qualità di parte civile, poi il perché non siano stati mai ammessi a testimoniare i collaboratori di giustizia Carmelo D’Amico, Giuseppe Setola, Giuseppe Campo, Stefano Lo Verso, Antonino Lo Giudice, così come il pentito milazzese Biagio Grasso.

La speranza è che l’assoluzione di Monica Mileti dia nuovo impulso alla ricerca in quelle zone d’ombra del caso rimaste inesplorate per tantissimi anni. Certamente Attilio non ritornerà in vita ma la battaglia intrapresa dalla famiglia Manca potrà dirsi vinta se, come tutti auspichiamo, trionfassero finalmente Verità e Giustizia.