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Raggiunge il culmine oggi, venerdì 03 febbraio 2023, dopo le varie processioni del miracoloso Velo di Sant’Agata, delle singole Reliquie e delle tradizionali Candelore, una delle feste più belle al mondo, quella che la città di Catania dedica alla propria Patrona Sant’Agata, festa di fede, festa di popolo, che si chiuderà il 12 febbraio con l’Ottava. Sono attesi più di un milione di visitatori e devoti provenienti da tutto il mondo in un appuntamento che rappresenta la terza festa religiosa più partecipata al mondo, dopo la Settimana Santa di Siviglia e la Festa del Corpus Domini di Cuzco in Perù.

Oggi in tarda mattinata, sono partite le due Carrozze Senatoriali, che rappresentano l’omaggio della città alla Santa. Hanno sfilato lungo la Via Etnea le bellissime Candelore (dopo aver deliziato, singolarmente, per tutto il mese di gennaio, i quartieri della città). Riguardo i Cerei Votivi segnialiamo la presenza della nuova “Candelora dei Devoti” che si va ufficialmente ad aggiungere al corteo. In serata ecco l’immancabile momento denominato “A sira ‘o tri” che quest’anno sarà proposta in forma diversa ovvero uno spettacolo pirotecnico curato dalla ditta Vaccalluzzo ed i suoi fratelli a Villa Pacini detta “villa dei varagghi” ed un Video Mapping in 3D sulla storia della Martire Agata, in mezzo al tradizionale concerto in Piazza Duomo.

Sabato 4 febbraio alle ore 5,30 forse il momento più toccante: il Busto Reliquiario della Santuzza insieme allo Scrigno argenteo opera di maestri argentieri capitanati dal grande Noara, con le Sacre Reliquie uscirà dalla “Cameredda” e tornerà visibile a tutti i catanesi. Tre differenti chiavi, ciascuna custodita da una persona diversa, sono necessarie per aprire il cancello di ferro che protegge le Reliquie in Cattedrale: una la custodisce il Cerimoniere, la seconda il Sindaco della città, la terza il Priore del Capitolo della Cattedrale. Quando la terza chiave toglie l’ultima mandata al cancello della cameretta in cui è custodito il Busto, e il sacello viene aperto, il viso sorridente e sereno di Sant’Agata si affaccia dai Sacri Cancelli nel crescente tripudio dei fedeli impazienti di rivederla. Luccicante di oro e di gemme preziose, il busto di Sant’Agata viene issato su una piccola vara foderata di velluto rosso, il colore del sangue del martirio, ma anche il colore dei re, per essere posta nella zona del transetto in navata centrale.

Prima di lasciare la Cattedrale per la tradizionale processione lungo le vie della città, Catania dà il benvenuto alla sua Patrona con la cosiddetta “Messa dell’Aurora”. All’inizio della Processione, nelle prime ore del mattino, il Busto Reliquiario portato a spalla viene posto sul Fercolo pronto per il “Giro Esterno” che durerà circa 22 ore partendo intorno alle 7.30. Il Fercolo sarà addobbato con garofani rosa che rappresentano per l’appunto il martirio della Patrona. Le vicende della storia della “Santuzza” si intrecciano con quella della città: il Duomo, i luoghi del martirio, percorsi in fretta, senza soste, quasi a evitare alla Santa il rinnovarsi del triste ricordo. Da menzionare la Salita dei Cappuccini e la recita dei Vespri a Sant’Agata La Vetere. Una sosta viene fatta anche alla “marina” da cui i catanesi, addolorati e inermi, videro partire le reliquie della Santa per Costantinopoli, ma anche rientrare brillantemente grazie a due valorosi eroi, Gisliberto e Goselmo, che dormono il loro Sonno di Luce nella Cappella di Sant’Agata.

Domenica 5 febbraio il Solenne Pontificale in Duomo, presieduto dall’Arcivescovo di Catania S. E. Mons. Luigi Renna, mentre alle 17,00 partirà il “Giro Interno” che si chiuderà la mattina di lunedì 6. In questa circostanza saranno bianchi, segno di purezza, i fiori sul fercolo che percorrerà le vie del centro di Catania, attraversando la celebre Via Caronda che idealmente “conduce all’Etna”, anche il “Borgo”, il quartiere che accolse i profughi da Misterbianco dopo l’eruzione del 1669. Il momento più atteso è il passaggio per la via di San Giuliano, che per la pendenza è il punto più pericoloso di tutta la processione. Previsto il tradizionale ed atteso canto delle Suore Benedettine del SS. Sacramento. Saranno grandi emozioni e momenti unici. I devoti indosseranno il tradizionale “sacco”, un camice votivo di tela bianca lungo fino alla caviglia e stretto in vita da un cordoncino, un berretto di velluto nero, guanti bianchi e sventoleranno un fazzoletto anch’esso bianco stirato a pieghe.

Sant’Agata disse, cosi come riportato negli atti del martirio, “PER ME CIVITAS CATANENSIUM SUBLIMATUR A CHRISTO“. Con questa frase auguriamo alla Città, alla nostra Regione, un meritato periodo di Rinascita, di Luce e di Bellezza!

(Foto di repertorio della Festa di Sant’Agata tratte dalla rete)