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Ed eccoci alle soglie dell’estate 2018 con una meravigliosa novità letteraria: Politica, Storia e Filosofia, d’Eric Voegelin D’Ettoris editori, Crotone 2018, con introduzione del giovane studioso della provincia di Messina, Daniele Fazio, dottore di ricerca in Metodologie della Filosofia, presso l’Alma Università degli Studi di Messina.

Nell’opera di Voegelin-, uno dei più importanti filosofi della politica del Novecento e massimo conoscitore dei movimenti rivoluzionari dell’età moderna, morto nel 1985-, per la prima volta in lingua italiana, vengono raccolti tre saggi del filosofo e politologo tedesco-americano (Eric Voegelin), allievo di Max Weber e di Hans Kelsen, individuatore del problema della cultura europea: un fiume carsico che la percorre da lunga data, che egli chiamò “gnosticismo speculativo”. In modo sintetico e nitido, per il filosofo Voegelin lo gnosticismo speculativo è l’idea, sempre più dominante a partire dall’età moderna, secondo cui l’uomo basta a se stesso e insoddisfatto del mondo in cui vive, dell’ordine creato, cerca in tutti i modi – autoponendosi quindi come una divinità – di risolvere i suoi problemi da solo, mirando a una ri-creazione del mondo, secondo ricette e percorsi pensati a tavolino. Il termine gnosticismo, dunque, nel pensiero di Voegelin è una categoria storico-interpretativa, che ci permette di dare un nome alla lunga crisi – ancor prima che politica – antropologica che l’uomo occidentale vive da secoli. Il totalitarismo del Novecento è – possiamo dire – l’apice di questo percorso e, di conseguenza, la contrapposizione tra le varie ideologie – fascismo, nazionalsocialismo, marxismo, positivismo, etc. – è solo strumentale, in quanto sono tutte accomunate dal desiderio di giungere ad un “uomo nuovo” e a un “mondo nuovo”. Cioè tutte puntano alla creazione di un mondo utopico, immanente e perfetto, che però anziché realizzare l’agognato paradiso terrestre, la storia ci insegna ha solo prodotto morte e distruzione. Ovviamente, per Voegelin, lo gnosticismo è superabile e quindi anche la crisi del nostro tempo, infatti, sempre secondo l’autore in questione: “Ogni uomo pur vivendo in una determinata epoca non è ipso facto costretto a partecipare della crisi che la domina. Per fare questo, occorre che si recuperi la grande tradizione metafisica e antropologica, e quindi anche politica occidentale. Alla sua origine vi è la scoperta di una grande risorsa: l’anima. Cioè quell’elemento che permette all’uomo un’apertura alla trascendenza e che lo dispone recettivo rispetto all’influenza del divino. L’ordine dell’anima va di pari passo ed ha il primato sull’ordine della politica, perché tramite l’anima, il soggetto umano può aprirsi alla realtà, fuggendo i vagheggiamenti ideologici di ieri e di oggi. Non c’è ordine politico senza ordine interiore. In termini concreti, ciò si attua attraverso la conoscenza e l’applicazione della legge morale naturale, su cui molto tra l’altro riflette un pensatore di origine ebraiche, Leo Strauss, amico dello stesso Voegelin. L’appello ad attingere ai grandi pensatori del passato, non vuol dire, pertanto, stabilire un ritorno a forme politiche del passato, ma è un appello al ritorno alla consapevolezza dei principi che come un tempo hanno fatto grande la nostra civiltà, anche oggi mantengono tutta la vitalità per segnare una svolta e quindi una ripresa etica e politica.

Salvatore Bucolo