Condividi:

Il popolo italiano ha deciso di cambiare.

In modo netto, deciso, senza tentennamenti, l’elettorato ha innanzi tutto premiato i Cinquestelle, anche se dobbiamo dire che, al di là della loro indiscutibile vittoria numerica (superata ampiamente la soglia del 30 per cento sia al Senato che alla Camera), il successo “politico” altrettanto rilevante è quello ottenuto dalla Lega di Matteo Salvini, che ha quadruplicato i propri voti avvicinandosi al 18 per cento,  assumendo di fatto la guida dell’intero Centrodestra che, forte della sua maggioranza relativa di coalizione, ambirebbe ad ottenere dal Presidente della Repubblica Mattarella l’incarico di formare il nuovo governo. Al tempo stesso il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio si aspetterebbe di esser lui il primo a provarci, in virtù di percentuali nettamente superiori a chiunque altro e francamente fare un governo senza la forza politica votata da un italiano su tre avrebbe dell’assurdo.

Il Paese, come dicevamo all’inizio, ha lanciato un messaggio tramite il proprio voto: è stato un perentorio stop alla vecchia e stantia politica che ha avuto tanti anni a disposizione per fare ma ha fatto ben poco di concreto: prima Berlusconi poi Renzi, due personaggi che hanno fatto il bello e il cattivo tempo e che probabilmente speravano di allearsi “per il bene del Paese” e “per compiacere l’Europa” escludendo tutti gli altri. Purtroppo per loro il “Renzusconi” è stato impallinato dagli italiani ed oggi il Cavaliere deve sottostare a Salvini all’interno della coalizione di Centrodestra mentre Matteo Renzi si comporta da animale ferito che ha un colpo di coda finale:  ha dichiarato che si dimetterà ma dopo i passaggi istituzionali che porteranno all’insediamento del nuovo governo; vuol chiaramente evitare che alcuni dei suoi possano dare un eventuale sostegno al Movimento 5 Stelle.

Il prossimo 23 marzo si insedieranno Senato e Camera e inizieranno le votazioni per l’elezione dei Presidenti; già qui si cominceranno a delineare le dinamiche che porteranno poi alle consultazioni del Capo dello Stato. Sono due gli scenari principali che potremmo immaginare oggi: Mattarella potrebbe dare l’incarico a Luigi Di Maio che andrebbe a cercarsi in Parlamento i voti necessari per raggiungere la maggioranza (tra eventuali fuoriusciti del Pd o di altri gruppi di sinistra?); secondo scenario l’incarico a Matteo Salvini, leader della coalizione di maggioranza relativa, che anche lui dovrebbe trovare alleati. Una situazione in continua evoluzione che è purtroppo complessa per via della balorda legge elettorale che ha insita in sé l’ingovernabilità. Staremo a vedere sperando comunque che i nuovi parlamentari eletti possano finalmente lavorare per il bene comune, questo si augurano gli italiani che hanno deciso di far nascere quella che Di Maio ha già definito “la Terza Repubblica”.