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L’emergenza coronavirus ha delle forti ed ingenti ricadute negative sul comparto del florovivaismo ornamentale di tutta la provincia, come abbiamo scritto in un precedente articolo, specie per le aziende del territorio tirrenico tra Milazzo, Terme Vigliatore, Mazzarà e Furnari.

Si deve fare i conti con un presente drammatico, con piante fiorite nelle serre, mercato italiano azzerato ed export bloccato. Dopo il grido di allarme della scorsa settimana del presidente di ‘Milazzo Flora’ Salvatore Barca, adesso diamo spazio anche all’appello lanciato dalle ‘storiche’ aziende termensi Cipriano Piante, Azienda Vivaistica Alesci Marilena e Alesci Sebastiano, che sintetizzano la situazione con questo eloquente e al contempo significativo titolo: “La trincea dei nostri vivai”.

“Siamo stati qualche giorno in silenzio, per capire bene e valutare cosa stesse succedendo. Dinnanzi a tale situazione, si legge nella lettera-riflessione – purtroppo si stanno concretizzando pian piano i rischi immaginati.

L’emergenza COVID-19 sta fortemente impattando anche sull’attività del vivaismo ornamentale, con il mercato italiano praticamente azzerato, mentre sul fronte export la situazione non migliora.

Questo nemico, invisibile e così terribile, sta modificando giorno dopo giorno e senza interruzione le dinamiche dei nostri mercati interni e internazionali. Il blocco imposto con il Dpcm firmato, rischia di travolgere un comparto che raggiunge proprio in questo periodo il clou delle vendite: il settore florovivaistico ha per sua specificità una stagionalità molto breve e concentra quasi il 90% del suo fatturato fra i mesi di marzo e maggio.

Ci stiamo trovando ad avere aziende piene con una parte degli ordini bloccati. Si tratta di una situazione insolita in cui molte realtà del settore hanno e stanno affrontando ingenti spese per vasi, torba, forza lavoro e tutto ciò che concerne l’attività in essere.
Altro gap è riferito ai processi di lavorazione per la prossima stagione 2021, tra cui gli innesti degli agrumi ornamentali, che non possono essere rimandati.
Sul fronte del mercato estero siamo in “trincea”: si cerca giornalmente di evadere gli ordini nonostante le difficoltà di organizzare i trasporti e con il rischio primario che i camion vengano rimandati indietro alle frontiere con L’Europa.
Tutto questo va ad impattare sullo stato di vita delle piante. I nostri prodotti fanno parte di quella categoria di merce deperibile e per questo non può stare ferma sui camion a lungo. Le piante ornamentali possono sopportare qualche breve sosta, ma se questa dovesse essere prolungata nel tempo, si rischia di danneggiare la merce stessa e avere un danno economico non indifferente.
Gli autotrasportatori stranieri non vogliono entrare in Italia per paura del virus e per timore di restare bloccati sul territorio italiano dalle misure anti Covid-19 o al rientro nei loro paesi. E non mancano le restrizioni da parte dei paesi stranieri alla circolazione che mettono a repentaglio la quota maggiore del volume d’affari del vivaismo
Il settore florovivaistico è un comparto importantissimo per l’economia del nostro paese; tutto ciò testimoniato dal fatto che essa contribuisce per circa il 6% al totale del valore della produzione agricola, al pari del settore vitivinicolo, con la differenza di un indotto assai ampio di cui fanno parte una serie di attività di tipo agricolo e industriale. Inoltre, è probabilmente l’unico a livello nazionale a registrare tassi di espansione delle superfici in alcune aree geografiche. Purtroppo, La gravità della situazione impone scelte difficili, sacrifici pesanti e rapidità di azione: stiamo lottando contro un microrganismo di nome COVID19 e contro un macrorganismo di nome UE /27. Il primo è invisibile ma ne parlano tutti. Il secondo è mastodontico ma non ne parla quasi nessuno.

Sono tante le domande che da qualche giorno a questa parte ci poniamo… le risposte sono vaghe, ambigue a volte impetuose e dettate dalla rabbia che assale in momenti come questo. Assistere a scene, decisioni prese non nello specifico, ma adottando misure generalizzate e controproducenti per attività come questa, rende difficile il lavoro di chi da anni, giorno dopo giorno, si presta a diventare “testimonial” della commercializzazione di ciò che produce, realizzando la prima, concreta ed efficace azione di valorizzazione del suo prodotto.
Per gli ordini a seguire, il blocco di molti voli non ha permesso a tanti clienti abituali e in visita presso la nostra azienda di arrivare in Italia, costringendoli a rinviare il viaggio, già previsto per definire tipologie e quantità delle piante delle prossime prenotazioni al carico.
Arriveranno nuovi ordini, nonostante la mancata visita nella nostra azienda?
La risposta, seppur ghiacciante, viene data da un’accurata analisi della Coldiretti sugli effetti delle misure restrittive adottate dall’Austria al Brennero a seguito dell’emergenza COVID-19.
“Attraverso l’arco alpino – afferma la Coldiretti – transita quasi la metà delle esportazioni italiane per un valore vicino ai 200 miliardi di euro di merci Made in Italy, dirette lungo la traiettoria del Corridoio Scandivano-Mediterraneo (Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia e tre paesi dell’Est Europa, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca). L’88% delle merci in Italia viaggia infatti su gomma e il valico alpino – sottolinea la Coldiretti – rappresenta un punto privilegiato di sbocco sui mercati esteri”.
Il blocco delle frontiere sopra elencate, creerebbe notevoli ostacoli strutturali ed economici a tutto l’export dell’attività.
Si rischia di dimezzare i prezzi andando incontro ad una smisurata diminuzione dell’offerta perché i clienti non acquistano. I prodotti rischiano di rimanere a dimora nelle serre, bloccando il riassortimento della produzione stagionale.
Il nostro pensiero, va anche al sistema bancario: ci sarà la possibilità di sostenere la quasi totalità degli investimenti nel settore agricolo e florovivaistico? Di sostenere la forza lavoro impiegata in assenza di vendite?
A questo non abbiamo e possiamo dare una risposta certa.
Possiamo solo continuare a chiedere aiuto, a scrivere, magari qualcuno, ai piani alti della politica, leggerà, ascolterà e troverà una soluzione, mettendo in atto tutti gli strumenti necessari per tutelare e rafforzare l’esportazione anche in termini di comunicazione positiva.
Chiediamo soprattutto di riuscire, nel breve termine, ad individuare una serie d’interventi e di linee di azione finalizzate al potenziamento economico e produttivo di uno dei settori
più forti dell’economia, al fine di permettere che l’export esalti la capacità dei mercati comunitari e internazionali, ognuno con il suo “prodotto d’eccellenza”.

È giusto e legittimo che ogni paese esporti e importi, dando il via ad una rete di scambi che ha sempre contraddistinto la nostra economia.
E allora? Perché lasciarci sconfiggere da un microrganismo chiamato COVID-19?
“ Siamo uomini, donne, famiglie, siamo una squadra impegnata a raggiungere sempre gli obiettivi prefissati. No, non è solo un mestiere, ma una passione “.
Vogliamo e chiediamo che questa passione non ci sia tolta e distrutta.
Fare impresa deve essere possibile, ma per affrontare le sfide del presente e del futuro c’è bisogno, adesso più che mai, crescita, stabilità e coordinamento al nostro settore vivaistico.
Lo chiediamo NOI come azienda, lo chiedono le famiglie che vi operano e l’indotto ad essa legato. Noi ci stiamo provando, Noi stiamo continuando a sperare nella fine di tutto questo. La nostra voce urla “#ANDRATUTTOBENE”, ma con le dovute, giuste e mirate misure per contrastare eventuali disagi sia economici che strutturali.
Non sono in pericolo solo le piccole, medie e micro imprese. È in pericolo il continuum di una famiglia che ha accolto e preso in mano un valore prezioso e inestimabile che stiamo curando e crescendo nel tempo. Con l’auspicio di poter ripartire e continuare più forti di prima.
Cipriano Piante / Azienda Vivaistica Alesci Marilena / Azienda Vivaistica Alesci Sebastiano”.