Condividi:

Fra apparenza e sostanza si celebra oggi nel nostro Paese la cara Repubblica, nata con il referendum del 2 e 3 giugno del 1946.

Furono poco più di 12 milioni gli italiani che scelsero “la novità” reduci dalla seconda guerra mondiale, ma ricordiamo anche i 10 milioni di persone che avevano votato per la riconferma della monarchia. I regnanti furono costretti ad esiliare ed iniziò l’arduo cammino di questa giovincella… Oggi ci chiediamo cosa sia stata (cosa sia diventata) la nostra Repubblica, se goda di buona salute, se sia ancor oggi amata come allora. Dal 2001 l’allora Capo dello Stato Ciampi ha istituito nuovamente la Festa “rossa” nel calendario, è tornata la parata militare che quest’anno sarà aperta da 400 sindaci. Bella a vedersi, richiama lungo la Via dei Fori Imperiali (e su Raiuno) tantissimi spettatori. Sarà preceduta, come sempre, dalla cerimonia in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella porrà una Corona d’alloro ai piedi del Vittoriale, l’Altare della Patria di Piazza Venezia ove sono custodite le spoglie del Milite Ignoto. In quel momento sfrecceranno sul cielo di Roma le Frecce Tricolori, simbolo dell’italianità tanto apprezzato nei giorni scorsi al G7 di Taormina da Trump e company. Negli stessi momenti anche il nostro Sindaco Materia insieme alle Autorità cittadine sarà al Monumento ai Caduti di Barcellona Pozzo di Gotto per un momento commemorativo. Questa la “forma” dell’odierno 2 giugno italiano. Dobbiamo aggiungere che v’è pure la “sostanza”… e qui casca l’asino: purtroppo la nostra Repubblica è diventata una sorta di campo di battaglia si è in campagna elettorale 365 giorni l’anno. Pochi politici e molti politicanti hanno fatto a brandelli questo Paese e la sua Repubblica. In queste ore si è finalmente raggiunto l’accordo sulla nuova legge elettorale e già si parla di elezioni a settembre/ottobre. Già si pregustano alleanze improbabili, programmi meravigliosi, una Repubblica tirata per la giacchetta da tutte le parti, usata, abusata, vilipesa. Per questo sostanzialmente oggi vi sarebbe ben poco da festeggiare. Ma i nostri “politici politicanti” imperterriti vorrebbero andar al voto anche domattina. Son come cavalli che scalpitano, ma se li osserviamo con maggior attenzione ci renderemo conto che sono solo degli asinelli… W la Repubblica!