Condividi:

 

Tra maschie femmine vi sono differenze minime già presenti nel nostro DNA. Il processo di differenziazione sessuale ha inizio prima della nascita e porta allo sviluppo degli organi sessuali interni ed esterni, che in adolescenza, per questioni ormonali, giungono a maturazione e producono cellule uovo e spermatozoi. Quando i caratteri sessuali non sono definibili come maschili o femminili allora si parla di intersessualità.

Tra maschio e femmina vi sono delle diversità e sin da piccolo bisogna imparare a riconoscerle e ciò allo scopo di rispettarci maggiormente e di non trattarci male reciprocamente e senza discriminarci. Voglio evidenziare alcune differenze tra sesso e genere: Il sesso è l’insieme delle caratteristiche biologiche e fisiche che contraddistinguono i maschi dalle femmine o questi ultimi dagli intersessuali. A partire da ciò i processi culturali hanno fatto sì di attribuire aspettative, regole implicite ed esplicite, allo scopo di suddividere i compiti tra maschi e femmine e ciò per quanto riguarda i ruoli sociali, gli usi ed i costumi. Tale processo culturale di creazione delle differenze viene chiamato genere che nella lingua inglese viene tradotto con gender. Il gender non significa negare le differenze tra maschi e femmine, invece, ha la finalità di rivendicare la libertà di ciascuno di aderire o meno alle regole, norme e il rispetto delle varie caratteristiche individuali. Molte persone non possono corrispondere a queste caratteristiche, a queste norme in modo pieno e spesso per questo motivo sono connotate negativamente.

Premesso che il sesso è: una categoria biologica già determinata alla nascita; il genere è una categoria culturale e psicologica che può variare asseconda dei contesti e delle esperienze individuali. Un altro aspetto importante è l’Identità sessuale che è il modo con cui conosciamo, riconosciamo e ci relazioniamo con gli altri. L’identità si forma nel corso del tempo e presente della caratteristiche fluide e delle altre che sono costanti. Nello specifico l’identità sessuale è la sintesi del rapporto tra corpo, mente, psiche, cultura, tra meccanismi individuali e sociali (interni ed esterni alla persona). Le dimensioni fondamentali che compongono l’identità sessuale sono 4 e rispondono a specifiche domande si di sé:

  • A quale sesso corrisponde la biologia del mio corpo? Al sesso biologico che concerne il DNA, ormoni, genitali interni ed esterni (sesso gonadico), le caratteristiche sessuali secondarie (sesso morfologico);
  • A quale categoria sento di appartenere a livello psichico? Qui si tratta dell’identità di genere!;
  • Cosa penso di dover fare o di voler fare, cosa ci si aspetta da me, in quanto maschio o femmina? Questo è il ruolo del genere che sarebbe l’insieme delle norme e delle aspettative, sociali e interiorizzate, riguardo al maschile e al femminile;
  • A quale sesso o genere appartengono le persone che si attraggono emotivamente, affettivamente e fisicamente? È questo è l’orientamento sessuale che può essere eterosessuale, omosessuale o bisessuale.

In merito all’Orientamento sessuale o identità di genere, dal 1970 la sessuologia riconosce l’esistenza di diversi livelli di identità sessuale. Ricordando che l’identità di genere si riferisce al rapporto con se stessi, l’orientamento sessuale si riferisce a quello con gli altri e cioè al rapporto di un individuo con gli altri.

Parlare di orientamento sessuale non significa negare l’esistenza del maschile e del femminile. Ed è importante evidenziare anche che ogni essere umano ha un rapporto diverso con il proprio orientamento sessuale e cioè lo si può accettare oppure no, dichiararlo o tacerlo, e descriverlo nei modi più diversi. In merito voglio fare un breve accenno all’omosessualità ponendomi una domanda e dandomi immediatamente una risposta: Che cos’è l’omosessualità?!uando una persona si definisce omosessuale? Quando si innamora e ama sentimentalmente e sessualmente individui dello stesso sesso. Mentre quando una persona prova attrazione nei confronti sia di maschi che di femmine si definisce bisessuale. La ricerca scientifica ha stabilito ormai in modo netto ed inconfutabile che queste forme di attrazione sentimentale e sessuale:

  • sono presenti in natura, negli esseri umani e nelle altre specie animali;
  • non possono essere considerate malattie oppure una tara, ma sono varianti di un bisogno di relazione, di affetto e di amore che accomuna tutti;
  • non possono essere cambiate con la volontà, né con la costrizione, né con terapie di qualsiasi tipologia;
  • affinchè possa essere riconosciuta e compresa, una persona può avere bisogno di tempo e di vivere determinate esperienze, tento è vero che il rapporto che ciascuno ha con il proprio orientamento sessuale si precisa e si specifica nell’arco della vita e può portare a definirsi in modi diversi in momenti differenti della propria storia personale.

Un’altra domanda che mi voglio porre è la seguente: che cosa sono transgenderismo e transessualità? La persona transgender presenta una identità di genere non in linea con il sesso assegnato alla nascita. Dunque può esprimere un ruolo di genere opposto al proprio sesso biologico. Per la maggior parte dei transgender è indispensabile fare in modo di farsi attribuire a livello genitale ed ovviamente mi riferisco sia al bisogno di avere caratteri sessuali primari e secondari corrispondenti al genere che si percepisce di essere e ciò allo scopo di essere felici. Le persone transessuali sono persone che si identificano totalmente nel corpo sessuato opposto a quello che hanno e sentono la necessità di cambiare con terapie ormonali e interventi chirurgici. Parliamo di un transessuale da maschio a femmina quanto nata con corpo maschile, ma con un’identità di genere femminile, prova il bisogno di avere un corpo femminile. Parliamo di transessuale da femmina a maschio se, nato in corpo femminile, ha un’identità di genere maschile e sente la necessità di cambiare il proprio corpo in tal senso. È in corso un dibattito scientifico sulla questione se la transessualità debba o no essere considerata un disturbo dell’identità di genere ed essere pertanto inclusa all’interno di un manuale dei disturbi mentali: l’opposizione a tale definizione è però sempre più forte.

Orientamento sessuale e identità di genere sono due cose distinte, anche le persone transessuali possono essere eterosessuali, omosessuali o bisessuali. Bisogna tenere presente che la definizione dell’orientamento sessuale si basa sull’identità di genere della persona transessuale e non sul suo sesso biologico. Per tanto un transessuale da femmina a maschio sarà eterosessuale se attratto da donne, omosessuale se attratto da uomini, e bisessuale se attratto da entrambi. Viceversa per una transessuale da maschio a femmina.

Oggi vi è una forte esigenza di educare alla diversità. Diversità di colore di pelle, diversità di forme religiose, diversità in merito all’orientamento sessuale e cioè omosessuale, bisessuale o transessuale, diversità sotto il profilo dell’identità di genere e cioè una persona che come già detto sopra non trova corrispondenza tra ciò che sente di essere psichicamente e ciò che è fisicamente.

In conclusione la questione gender vi voglio cercare di spiegare, in ultima analisi, che l’identità di gender è qualcosa di molto intimo e concerne ciò che un essere umano internamente, emotivamente, a livello psichico, conscio e inconscio, percepisce. Come egli si vede e si rende conto che la società gli ha attribuito una identità che non gli appartiene che non sente sua perché per essere maschi non basta avere il pene, vestirsi da maschi, giocare con i soldatini e non con le bambole. Per essere maschi bisogna sentirti maschi, pensare da maschi, amare da maschi.

Gli argomenti di cui sopra mi portano a fare una riflessione sulle conseguenze dei fenomeni già trattati che spesso possono sfociare nell’omofobia e transfobia che in sintesi si possono definire paure di tutto ciò che è diverso da noi accomunano tutti gli esseri umani e cioè l’uomo ha paura di tutto ciò che sconosce e che riconosce come diverso da se medesimo! Crescere significa superare tali paure. Maturare, divenire adulti, significherà dunque superare tutte le paure consce e inconsce.  L’omosessualità e la transessualità sono per molti sconosciute. Gli esseri umani hanno repulsione per l’omosessualità e per la transessualità perché mettono in discussione la loro opinione di normalità. Omosessualità e transessualità vanno così incontro a pregiudizi sociali pari a quelle per il razzismo e per tutti i gruppi di minoranze che in passato hanno subito violenze, soprusi e altre forme di pregiudizi, isolamenti, emarginazioni e altre forme di violenze e discriminazioni. Un altro fenomeno a cui spesso si va incontro nel affrontare tali temi è l’Omofobia e genere. L’omofobia è un modo di pensare e di agire che ha radici religiose e culturali. Nelle culture in cui la normativa sessuale è più rigida, l’omosessualità viene giudicata negativamente, definita malata, rotta, contro natura, crimine, perversione. Questo modo di vedere l’omosessualità la si trova nel pensiero religioso tradizionale, tanto è vero che ancora oggi alcune religioni considerano l’omosessualità un disordine morale. L’omofobia ha quindi una tradizione ed è legata al genere. Gli stati occidentali hanno rimosso le leggi che punivano l’omosessualità solo tra gli anni 20 e 60 del secolo scorso. La scienza stessa, per un certo periodo, ha prodotto teorie patologiche sulle cause dell’omosessualità e a cercato di curarla, a volte con pratiche mediche particolarmente crudeli, senza mai ottenere alcun reale risultato, se non quello di traumatizzare e mortificare i pazienti. Tra gli anni 70 e 80 del 1900, ovviamente, la comunità scientifica internazionale è giunta a escludere definitivamente, simili concezioni e a condannare tali pratiche. Nonostante ciò, le persone omosessuali e bisessuali subiscono ancora molte discriminazioni. L’omofobia, infatti, continua ad alimentarsi della cultura secondo cui i maschi e femmine devono essere eterosessuali e non possono fare le medesime cose. Ne derivano due idee: da un lato che tutti quelli che non si comportano in modo consono al proprio sesso sono considerati potenziali omosessuali, dall’altro che tutte le persone omosessuali non possono essere maschi e femmine normali e completi o complete. È su questo presupposto che vengono costruiti stereotipi e pregiudizi – quale, per esempio, l’odioso accostamento tra omosessualità e pedofilia, che in realtà non hanno nulla a che spartire – che giustificano gli attacchi omofobici e le discriminazioni. Un fenomeno assai importante tra le nuove generazioni è il bullismo omotransfobico. Premesso che per esserci bullismo vi si necessità di una o più vittime e spesso vi sono pure gli spettatori che non intervengono in difesa della vittima o delle vittime. Ciò perché spesso il bullo riesce a far passare l’idea che in fin dei conti la vittima se l’è cercata. Il bullismo omotransfobico è un fenomeno molto grave, che si manifesta nelle scuole e in vari ambiti della società. I bambini e gli adolescenti che vengono additati come omosessuali e/o trans, talvolta perché ritenuti “femminucce” o “maschiacci”, altre volte perché dichiarano espressamente il proprio orientamento sessuale o la propria non conformità di genere, divengono facile preda di attacchi e prese in giro. Da parte loro i bulli cercano di costruirsi una immagine popolare di “vero maschio” o di “ragazza irresistibile”, molto aderente allo stereotipo di genere e lo fanno denigrando e attaccando quelli più distanti dallo stesso stereotipo. Chi vorrebbe intervenire a favore di giovani vessati si sente obbligato a spiegare perché i pregiudizi sono falsi e perché attaccare chi si definisce e si mostra in altri modi non rende più “maschi” o più “desiderabili”, ma il più delle volte non ha gli strumenti per farlo perché non ha ricevuto un’educazione in proposito. Se ancora tanti bulli riescono a far credere, a esempio, che i giovani omosessuali meritino di essere vittimizzati, significa che per quanto l’omofobia sociale sia estremamente calata negli ultimi decenni, essa è ancora troppo presente e diffusa. Ma ciò che continua a mancare soprattutto tra i banchi di scuola è una formazione al genere che permetta di capire e rispettare le variabilità umane, superare la paura del diverso e prevenire, invece di combattere, l’omofobia. Per quanto espresso, a scuola bisogna che si insegni il rispetto dell’altro, la comprensione delle somiglianze e delle differenze tra maschi e femmine, la libertà di immaginare il proprio futuro in modo conforme al proprio modo di essere e di sentire. Nelle scuole si dovrebbe insegnare che i maschi come le femmine hanno bisogno di tenerezza e che tale bisogno non è sinonimo di debolezza. Si dovrebbe insegnare che la donna non è la schiava dell’uomo e che quest’ultima può amare come loro il calcio, coltivare la passione per le arti marziali, fare il camionista e che i maschi, i padri, debbono prendersi cura dei propri figli come fanno le loro moglie e che tale cura non è una esclusiva delle donne.

L’organizzazione mondiale della sanità OMS, afferma che tutti i bambini vanno incontro a uno sviluppo sessuale e invita gli educatori ad accompagnare questo sviluppo in modo armonioso e li stimola a evitare incomprensioni e paure che possano portare i bambini a comportamenti poco rispettosi verso se stessi e gli altri. Ovviamente nessun insegnante propone attività sessuali da svolgere in classe o a casa …anche perché verrebbe denunciato e arrestato. La scuola non ha la finalità di imporre ai bambini una particolare identità sessuale, coerentemente con quanto sostengono gli studi di genere che hanno smentito che l’identità sessuale possa essere imposta!

A conclusone di questa mia riflessione voglio descrivere in modo assai sintetico cos’è la teoria gender: ci sono dei gruppi di diverse confessioni religiose sia negli Stati Uniti che in Italia (ebrei, cristiani, islamici, induisti, ecc.), sono dei gruppi fondamentalisti, cioè gruppi convinti che la loro idea sia l’unica corretta e che tutto ciò che la mette in discussione va combattuto, oscurato e ignorato e per realizzare ciò sono pronti a diffondere panico e non solo…

Oggi questi gruppi non possono più dire esplicitamente che la donna dovrebbe essere sottomessa all’uomo e che gli omosessuali andrebbero discriminati, perché dopo le tragedie del Novecento sia la società sia la scienza hanno capito quanto siano sbagliati e pericolosi simili discorsi e li respingono. A sostegno delle loro idee retrogradi, questi gruppi fondamentalisti, si sono inventati un complotto e cioè che la questione gender sia nata per distruggere la società a partire dai bambini. Questi gruppi fondamentalisti sono sostenitori di “terapie riparative” dell’orientamento sessuale, di curare cioè l’omosessualità con pratiche che non solo sono prive di valore scientifico e di efficacia, ma soprattutto danneggiano pesantemente i presunti “malati”. Basti dire che la scoperta delle violenze psicologiche, e a volte anche fisiche, legate a queste terapie ha convinto molti stati a dichiararle illegali. In merito all’omosessualità ci tengo a precisare che nel 1922 l’OMS, organizzazione mondiale della sanità, ha rimosso l’omosessualità dall’elenco dai disturbi psichiatrici definendola “una variante naturale del comportamento sessuale umano”.

In merito alla teoria del gender concludo affermando che l’ignoranza ha sempre prodotto fobie e la scienza si è sempre distinta da essa perché ha osato studiare, analizzare, superare limiti e paure, dando così grandi risultati positivi alla società che grazie a quest’ultima oggi fa sì che tutti gli esseri umani si definiscano uguali e ciò a prescindere dal colore della loro pelle, dall’altezza fisica, dai vari svantaggi fisici, dalla diversità sessuale e culturale e da tutte le altre varie forme di diversità. In sintesi, sempre la scienza ci ha suggerito che la diversità è solo ricchezza e mai malattia e la diversa abilità e solo magia e mai svantaggio!

Riflessioni del prof. dott. Salvatore Bucolo (Teologo e catecheta), specialista in bioetica, sessuologia, pedagogia e disabilità cognitive.