Condividi:

L’Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela prende posizione contro la realizzazione del termovalorizzatore a San Filippo del Mela, tramite un lettera-appello indirizzata a Nello Musumeci, Presidente della Regione Sicilia, che pubblichiamo integralmente. 

“Onorevole Presidente (Musumeci, Regione Sicilia), data la profonda preoccupazione sollevata dalle Parrocchie, dalla società civile, dalle amministrazioni locali e dalle associazioni ambientaliste, riguardo alla prevista realizzazione di un termovalorizzatore all’interno della centrale termoelettrica di S Filippo del Mela, l’Ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro attraverso la Commissione per la Custodia del Creato ritiene opportuno esprimere alla popolazione la vicinanza della Chiesa che è in Messina – Lipari – S. Lucia del Mela. Questo tema infatti è di grande importanza per tutta la nostra Comunità ed in particolare per coloro che risiedono nei paesi adiacenti alla zona interessata dal progetto, considerato che già da decenni la popolazione subisce un costante inquinamento a causa delle emissioni prodotte da diversi insediamenti industriali. Riteniamo che il Creato, inteso come sistema integrato tra ambiente e creature viventi, debba essere tutelato in quanto espressione primaria della dignità umana.

Già nel 2014 veniva affermato nel Messaggio dei parroci dei Vicariati di S. Lucia del Mela e di Milazzo (dopo l’incendio che colpì la raffineria): “la custodia del creato richiede degli impegni conseguenti che i Vescovi ci ricordano: la coscienza di un prioritario impegno culturale; la denuncia davanti ai disastri; la rete di speranza nel futuro”. Il progetto di installazione di un termovalorizzatore nella Valle del Mela non è accettabile, in quanto ricade su un’area già dichiarata ad alto rischio di crisi ambientale (ed inoltre zona SIN da assoggettare a bonifica): infatti va considerato che verrebbero introdotte nell’aria nuove pericolose sostanze, quali polveri sottili, metalli pesanti e composti della famiglia dei furani e delle diossine. Ciò costituirebbe un impatto aggiuntivo rispetto all’attuale livello di inquinamento, con inevitabili effetti sinergici di pericolosità ad oggi sconosciuta. Anziché determinare aggravamento della situazione sanitaria del territorio, occorrerebbe procedere all’applicazione di reali misure di risanamento delle condizioni ambientali e sanitarie della zona, in conformità con il quadro normativo vigente (Dichiarazione del comprensorio del Mela Area ad alto rischio di crisi ambientale D.A.- Decreto Assessoriale – n°50 del 4\9\2002 e successivamente decreto Ministeriale – MATTM- art. 252 D. L gs. N. 152/2006). Si ritiene altresì indispensabile procedere agli interventi di bonifica già finanziati a favore del territorio in oggetto e che vengono ormai rimandati da troppo tempo.

Gli abitanti della Valle del Mela ed i comuni limitrofi si sono già espressi mediante un referendum popolare, la partecipazione a diverse manifestazioni e la produzione di lettere, documenti e delibere. Guardiamo a questi sforzi alla luce di quanto il Papa Francesco ci ha ricordato nell’Enciclica “Laudato Si’” (n. 183): “Nel dibattito devono avere un posto privilegiato gli abitanti del luogo, i quali si interrogano su ciò che vogliono per se è per i propri figli”; “c’è bisogno di sincerità e verità nelle discussioni scientifiche e politiche, senza limitarsi a considerare che cosa sia permesso o meno dalla legislazione”. Nell’area in questione si registra già da tempo un’aumentata frequenza di malattie oncologiche che ha prodotto una statistica medica notevolmente più elevata rispetto alla media nazionale. Per questa ragione l’aggiunta di un termovalorizzatore, e della relativa emissione di ulteriori sostanze inquinanti, non potrebbe che peggiorare l’attuale rischio per la salute degli abitanti dei paesi della Valle del Mela. Non è accettabile che questi cittadini della nostra regione vengano da decenni posti di fronte ad un sottinteso ricatto: o il lavoro o la salute. Non è accettabile che si debba scegliere tra la deindustrializzazione, con conseguente chiusura degli impianti e perdita di posti di lavoro, ovvero il mantenimento dei posti di lavoro al prezzo della perpetuazione di questo modello di sviluppo industriale, altamente inquinante e dannoso sia per la salute delle persone sia per l’ecosistema.

Sul tema del lavoro, condividendo le angosce e le speranze di tante famiglie, la Commissione per la custodia del Creato, ritiene doveroso promuovere uno spirito propositivo per orientare, alla luce del Vangelo, future scelte da parte di coloro che hanno responsabilità sociali e politiche, affinché l’uomo possa essere salvaguardato nel diritto fondamentale al lavoro e al sostentamento, senza ledere la casa comune che è la terra. Lo sviluppo economico sia pertanto sostenibile e coniugato con un vero risanamento. Sul tema dei rifiuti in Sicilia, consapevoli della condizione di grave emergenza, proponiamo di orientare le azioni concrete di programmazione verso una moderna economia circolare con recupero di risorse e nascita di nuovi e stabili posti di lavoro. Infatti sulla lavorazione dei materiali riciclabili, come carta, vetro, metalli, plastica e rifiuti organici, si apriranno nuove aziende, in grado di generare lavoro in maggiore armonia con l’ambiente. In questa direzione occorre incentivare una adeguata risposta imprenditoriale, anche creando infrastrutture impiantistiche adeguate, pensate in modo da assecondare le vocazioni territoriali. In particolare l’organico, così pericoloso quando viene conferito nell’indifferenziato, sia raccolto separatamente e conferito in impianti capaci di produrre compost di qualità e biogas da immettere nella rete regionale per gli usi domestici, in modo da creare un sistema integrato territoriale di gestione dei rifiuti, dove anche l’iniziativa imprenditoriale privata fa la sua parte all’interno di tale sistema.

Con coscienza promuoviamo il diritto per gli abitanti e per le aziende della Valle del Mela e dell’hinterland ad un lavoro dignitoso svolto in un ambiente salubre. Un diritto da gestire al di sopra di interessi di privati o di singole parti politiche, poiché la salute e il lavoro sono imprescindibili. Tutti i cristiani, insieme a tutti gli uomini della terra, sono chiamati ad essere custodi del Creato, e sono chiamati ad impegnarsi, a diverso titolo, nel tutelare la persona umana, in tutti gli stadi della sua esistenza, senza escludere la difesa della creatività di ogni uomo. La spiritualità dei Siciliani da sempre è stata fonte di ingegno e creatività. Nel rimanere in armonia con il Creatore, origine di tanta bellezza, abbiamo il dovere di preservare questo patrimonio di ambiente naturale, paesaggio, biodiversità ed opere d’arte, per coloro che verranno. In questa luce si potrà indirizzare il lavoro verso una sempre più alta qualità, integrando tecnologia e cultura, generando eccellenze nel settore agroalimentare, in quello artigianale, nell’offerta turistica, e nella integrazione sociale. Si guardi pertanto con fiducia al nuovo che viene, mantenendone al contempo le radici antiche e forti. Queste prospettive, lungimiranti e concrete, rappresentano una vera e propria vocazione per le popolazioni della Valle del Mela.

In un territorio così ricco ed unico lo sviluppo economico non può essere copiato da modelli di industrializzazione lontani, estranei, ed ormai superati da soluzioni con un impatto ambientale sensibilmente inferiore se non si vogliono generare scompensi gravissimi nelle economie locali; è invece opportuno creare nuovi e più idonei sistemi di industrializzazione sostenibili e compatibili, agevolando gli investimenti pubblici e privati sul territorio diretti da una regia attenta composta da competenze specifiche e sinergiche che porti una giusta ricaduta sul benessere di tutto il tessuto sociale. Anche l’educazione della popolazione a sani stili di vita, volti ad evitare lo spreco delle risorse energetiche, e a promuovere il riuso delle materie ed il rispetto dell’ambiente, è fondamentale. In questo senso ci impegniamo a collaborare con le istituzioni e le parrocchie.

In conclusione riaffermiamo quanto scritto nel 2005 dal Centro Regionale per i Problemi sociali e il lavoro della Conferenza Episcopale Siciliana, nel documento “Salvaguardia del Creato e lavoro in Sicilia”: “La nostra fede ci aiuta a scoprire il senso del lavoro nel rapporto equilibrato con l’ambiente e a salvare il lavoro di tante famiglie e della comunità, insieme alla loro salute, rendendo più bella e rigogliosa questa parte dell’aiuola di Dio che è la terra di Sicilia”. Nel ringraziarla per l’attenzione restiamo disponibili per eventuali incontri e collaborazioni.Proprio per questo rinnoviamo l’appello – contenuto in quel documento – a Lei, Presidente e a tutte le istituzioni ed autorità preposte «ad intervenire con urgenza perché vengano prese tutte quelle decisioni, necessarie e opportune, affinché anche in Sicilia venga concretamente riconosciuto ad ogni persona “il diritto a vivere in un ambiente sicuro”, nel rispetto, fra l’altro, del dettato Costituzionale italiano, che “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, garantisce la “tutela del paesaggio” e “il razionale sfruttamento del suolo”(…) Bisogna riconoscere, che secondo la Dottrina Sociale della Chiesa, esiste la possibilità di conciliare in maniera armonica il lavoro dell’uomo con la salvaguardia del creato, le esigenze dello sviluppo con la tutela ambientale”.