Condividi:

Continua a far discutere la realizzazione di una nuova centrale termoelettrica nell’area industriale della Valle del Mela, questa volta per il botta e risposta tra l’associazione ‘Cittadini contro l’inceneritore’ e il sindaco di Pace del Mela, Mario La Malfa.

Al centro della discussione l’impianto del Gruppo Duferco, alimentato a metano, per via dell’impatto ambientale che potrebbe avere su di un’area dove insiste una raffineria ed esiste già un’altra centrale termoelettrica, quella della A2A, che utilizza olio combustibile denso.

Questa volta l’impianto, già iniziato, appartiene, come dicevamo, al Gruppo Duferco, nato nel negli anni ‘70 per operare prevalentemente nel settore siderurgico – con una grande fabbrica a San Filippo del Mela – e che oggi si occupa anche di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, oltre che di commercializzazione di servizi energetici per tutti i segmenti di mercato.

Sull’argomento ritorna l’associazione ‘Cittadini contro l’inceneritore’, rappresentata da Davide Fidone, che con un post di martedì scorso ha voluto ricordare che l’inizio della realizzazione del nuovo impianto sta avvenendo in pendenza di giudizio dinanzi al TAR di Catania, per il ricorso presentato da alcuni cittadini della Valle del Mela, con cui si lamentano vizi nelle autorizzazioni che non avrebbero tenuto conto dell’aumento di inquinamento, “sia per il cumulo, sia per l’indeterminatezza, delle nuove emissioni”.

Ricordano, infatti, che “le autorizzazioni sono state concesse sia dal Ministero (che l’associazione chiama ironicamente ndr) dell’inquinamento dell’Ambiente, sia dalla Regione, incuranti dell’impatto cumulativo che si otterrebbe su una situazione già compromessa. Lo stesso impianto – continuano – in provincia di Brescia è stato invece bocciato, proprio in considerazione dell’impatto cumulativo che nella valle del Mela è stato ignorato”.

Il citato Tribunale amministrativo, fanno sapere, ha già emesso un’ordinanza che segna un primo punto a favore dei ricorrenti, assistiti dall’Avv. Giovanni Pappalardo del Foro di Catania: i giudici hanno riconosciuto l’urgenza del ricorso e fissato l’udienza di merito per i primi di giugno e si è in attesa anche del suo pronunciamento, su quello nel frattempo presentato, con analoghe doglianze, dall’Associazione TSC di Pace del Mela, riconducibile al sacerdote Giuseppe Trifirò.

Il rischio che si corre, specifica Fidone, con una valutazione condivisa anche dall’associazione ‘Zero waste Sicilia’ di Egidio Maio, è che “nell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata dalla Regione, non sono previsti limiti alle ore di funzionamento né alle emissioni complessive dell’impianto. Sono previsti solo alcuni limiti relativi al suo ‘normale funzionamento’ (circa 68 tonnellate l’anno di ossidi di azoto). A questi quantitativi – ha chiarito – vanno aggiunte però le ulteriori emissioni previste in occasione dell’arresto e del riavvio dell’impianto (6,21 kg per ogni evento), che potrebbe facilmente verificarsi più volte al giorno, trattandosi di un impianto progettato per funzionare “a singhiozzo” e non essendo previsti limiti alla frequenza di tali eventi. Pertanto, le emissioni autorizzate complessive risultano quindi virtualmente illimitate. Questo in un contesto caratterizzato da criticità ambientali e sanitarie di cui non si è tenuto conto nell’autorizzazione, che quindi non ha valutato l’impatto cumulativo dell’impianto”.

L’Associazione di Fidone si dice anche rammaricata per il “Deludente beneplacito dell’Amministrazione comunale di Pace del Mela, che in questo caso è passata dall’altro lato della “barricata”, arrivando addirittura a negare che esista un problema ambientale nella valle del Mela (!) Una posizione assurda e paradossale, che il Sindaco di Pace del Mela farebbe bene a rivedere, scusandosi con i propri cittadini”.

Raggiunto dal nostro Giornale, il sindaco di Pace del Mela, Mario La Malfa, ha voluto serenamente chiarire come il suo Comune non ha rilasciato alcuna autorizzazione, ma solamente “il parere tecnico che gli compete per legge”.

Specificando che “il parere rilasciato non riguarda in alcun modo la salubrità dell’impianto, che è oggetto di analisi ed autorizzazione da parte degli enti preposti, ma la sola circostanza che lo stesso non impegnerà suolo avente destinazione non industriale. Detto parere – ha continuato La Malfa – è stato comunque rilasciato nell’ambito di un procedimento lungo e complesso che coinvolge numerosi enti pubblici, che hanno svolto una istruttoria approfondita volta a verificare la realizzabilità e la compatibilità ambientale del costruendo impianto”.

Il fatto poi che sia già iniziata la realizzazione della nuova centrale – ha anche detto il sindaco – è dovuto al fatto che i ricorrenti hanno rinunciato alla ‘sospensiva’ concessa dal TAR sul relativo ricorso – cosa secondo Fidone, non corrispondente al vero -, provvedimento che comunque non anticipa quello che sarà la sentenza, ma consente solo di sospendere l’effetto delle autorizzazioni, in attesa che la questione venga affrontata nel merito appunto in giudizio.

In conclusione, ha anche tenuto a precisare che “ha sempre mantenuto sul tema ambientale una posizione di assoluto rigore, sempre finalizzata alla tutela del territorio. Ma nel contempo una amministrazione pubblica ha il dovere di rispettare sempre regole e procedure. La tutela dell’ambiente – ha concluso – parte dal rispetto della legge”.